L'odierno provvedimento del Tribunale conferma la solidità dell'impianto accusatorio formulato dalla Dda capitolina, sia per quanto concerne la qualificata pericolosità sociale dei tre, ai quali è già stata applicata la misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza (per anni 5 nei confronti di Palumbo e Russo, per anni 2 nei confronti di Sequino), sia in ordine alla manifesta sproporzione tra il patrimonio mobiliare, immobiliare e societario riconducibile ai medesimi e la loro modesta situazione reddituale.
I beni confiscati sono un patrimonio aziendale e relativi beni di 5 società con sede nelle province di Roma e Napoli, di cui 2 operanti nel settore della costruzione di edifici, uno in quello della compravendita di immobili, 2 nel commercio al dettaglio di combustibile per uso domestico; quote societarie di una società con sede nella provincia di Napoli, operante nel settore della locazione di immobili; 74 unità immobiliari (fabbricati, terreni e posti auto) site in Roma e nelle province di Roma, Napoli e Caserta; 15 autoveicoli; rapporti finanziari, per un valore complessivo di circa 20 milioni di euro. L'esecuzione del provvedimento è in corso ad opera di oltre 30 Finanzieri nelle città di Roma, Napoli e Caserta e in provincia di Latina.