BancoNapoli, leadership a Paliotto: il 21 novembre diventerà presidente

BancoNapoli, leadership a Paliotto: il 21 novembre diventerà presidente
di Valerio Iuliano
Martedì 23 Ottobre 2018, 08:50 - Ultimo agg. 24 Ottobre, 07:03
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Tutto confermato. Rossella Paliotto è l’unica candidata alla leadership della Fondazione BancoNapoli. E il 21 novembre - giorno delle elezioni per il rinnovo dei vertici - la Paliotto diventerà ufficialmente presidente. La candidatura della leader in pectore è stata presentata da una larga fetta dei consiglieri ancora in carica. 
Presso gli uffici di Palazzo Ricca sono arrivate 12 firme per la Paliotto su 16 membri dell’assemblea. Una conferma del consenso pressoché unanime che si è catalizzato sul nome dell’imprenditrice, sostenuta fin dal primo momento dai consiglieri Orazio Abbamonte, Francesco Caia, Vincenzo Di Baldassarre, Donato Pessolano e Aniello Baselice. 
Ovvero il gruppo che dalla primavera del 2017 ha contestato la precedente gestione.
 
Alle adesioni dei 5 consiglieri - giacché la stessa Paliotto ha ritenuto opportuno non appoggiare formalmente la sua stessa candidatura - si sono aggiunte le firme di tutti gli altri esponenti del consiglio, fatta eccezione per Carriero, De Vito e Mezzanotte, tutti sostenitori in passato dell’ex presidente Daniele Marrama. Ma la seduta di ieri ha decretato di fatto in anticipo l’elezione anche degli altri membri della prossima governance. Il vicepresidente sarà Vincenzo Di Baldassarre, anche in questo caso con l’appoggio di 12 consiglieri e con lo stesso Di Baldassarre che non ha «firmato» la propria candidatura. Mentre per il consiglio d’amministrazione è già certa l’elezione di Caia, Pessolano e Luigi Sportelli. Di fatto un plebiscito per il gruppo di Rossella Paliotto, giacché tutte le cariche principali saranno ricoperte - con l’unica eccezione di Sportelli, aggiuntosi nelle ultime settimane - da esponenti della stessa compagine.
PALIOTTO
La prossima elezione di Rossella Paliotto rappresenta un taglio netto con il passato recente della Fondazione, anche per la sua lontananza dal mondo accademico, che aveva sostenuto prima Gianmaria Palmieri e poi Guido Trombetti. Una novità per la Fondazione, che attraversa comunque uno dei più difficili momenti della sua storia. Nella discussione sul Bilancio consuntivo 2017 - approvato poi dall’assemblea - sono state confermate le perdite per circa 10 milioni di euro, anticipate già nei giorni scorsi da alcuni esponenti dell’assemblea. «Tra le perdite - spiegano dal gruppo della Paliotto - figurano ad esempio le obbligazioni per Astaldi. Si tratta in questo caso di perdite per circa 5 milioni di euro».
POPOLARE DI BARI
Altre sofferenze derivano dall’investimento nelle azioni della Banca Popolare di Bari. E, in questo caso, il Consiglio ha deciso di dare mandato ad un legale esperto in materia per esprimere un parere sulle possibili attività di recupero relative all’asset “azioni Banca Popolare di Bari”. Una deliberazione che era, peraltro, già prevista. La questione della Banca di Bari è stata anche al centro di numerose polemiche tra i precedenti presidenti della Fondazione. «Abbiamo un patrimonio scarsamente liquidabile - è il parere di molti consiglieri generali - anche perché la gestione precedente ha fatto investimenti che non producono niente». Una questione su cui si discuterà ancora a lungo. Le difficoltà finanziarie dell’ente saranno uno dei primi argomenti da affrontare dalla futura governance. Durante la seduta di ieri è stato eletto il diciassettesimo consigliere generale. Si tratta di Valerio Romano, che faceva parte della terna designata dall’Università Magna Graecia di Catanzaro. Ma prima delle elezioni ci saranno altre due sedute, la prima delle quali è stata fissata per il 5 novembre prossimo. C’è tutto il tempo, dunque, per nominare altri consiglieri e per arrivare forse a quella quota di 21 esponenti dell’assemblea che corrisponde alla soglia fissata dallo Statuto dell’ente. E, in ogni caso, anche se non dovesse essere ricostituito completamente il Consiglio, i 17 votanti - o poco più - sono, a giudizio degli attuali consiglieri, un numero utile per le elezioni. Un argomento sul quale non concorda il vicepresidente della Corte dei Conti Francesco Fimmanò che nei giorni scorsi aveva inviato una diffida al ministero dell’Economia, ritenendo che il mancato plenum possa essere una motivazione sufficiente per annullare le elezioni. Ma, su questa vicenda i consiglieri in carica sembrano pronti a dare battaglia.
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