Bagnoli in piazza contro la movida selvaggia: «Hanno cercato di intimidirci»

Un momento della protesta
Un momento della protesta
di Gennaro Pelliccia
Domenica 21 Maggio 2017, 21:21 - Ultimo agg. 22:33
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Sabato notte comitati di cittadini e associazioni di residenti sono scesi in piazza, a Bagnoli, per protestare, «dopo anni di denunce inascoltate», contro il caos e il disordine provocati dalla movida selvaggia.

Oggi, Gennaro Esposito, avvocato e presidente del comitato per la vivibilità cittadina ha commentato la serata con questo post denuncia su facebook: «Ringrazio i tanti cittadini che sono intervenuti stanotte a Bagnoli. Ho trovato una condizione assolutamente incivile ed indegna. Ad un certo punto un'auto lanciata ad alta velocità ha tentato di investire il corteo con chiaro scopo intimidatorio e nonostante le forze dell'ordine presenti (speriamo sia stato fermato). I residenti sono schiacciati da un atteggiamento camorristico».

«Arrivati all'altezza di una discoteca di Coroglio – continua - il gestore ha mostrato tutto il suo disprezzo verso i residenti alzando il volume e i fortissimi bassi li abbiamo sentiti nel petto chiaramente. È stato chiesto l'intervento della polizia di Stato presente,  visto che si stava commettendo il reato di cui all'articolo 659 cp. e che a loro volta gli ufficiali di PG presenti stavano commettendo il reato di omissione di cui all'articolo 328 cp. Ci hanno detto che dovevamo rivolgerci alla polizia municipale,  presente  con un auto e quattro agenti a bordo,  ai quali ci siamo rivolti. Ma i quattro vigili sono rimasti chiusi in auto,  sembravano impauriti!  Poi ci hanno risposto  che non avevano nessuna competenza, nel senso che hanno ammesso la loro ignoranza perché di queste cose se ne sarebbe dovuto occupare la polizia amministrativa, che di notte ovviamente non c'è. Le nostre Istituzioni sono occupate da persone con scarso spirito di servizio. Che tristezza per la nostra Napoli. Non ci scoraggiamo lunedì faremo le denunce in Procura e presto il prossimo corteo notturno», conclude Esposito.
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