Londra, Marsiglia, Barcellona, Amburgo, Anversa, Santander, Dublino ce l'hanno fatta. Innanzitutto con un'idea di fondo, un contenitore che è stato, passo dopo passo, riempito di contenuti. Nel caso di Londra si è deciso di rendere vivibile un'area da cui, fino a qualche anno fa, gli abitanti del posto stavano alla larga: ecco che le Olimpiadi del 2012 sono state il mezzo, non il fine. A Marsiglia, invece, c'era da riqualificare, non da bonificare come da noi, un'enorme area a ridosso del mare. E a Barcellona bisognava costruire pezzo per pezzo, un quartiere alla volta, tanto che il processo di riconversione, a distanza di decenni, è ancora in corso. Ma tutte queste operazioni hanno un comune denominatore, un filo rosso che le unisce: sono state avviate e portate a termine con la sinergia di più soggetti istituzionali, dallo Stato agli enti locali fino ai privati, e con procedure speciali.
Certo, non sono stati interventi semplici.
Nella capitale catalana, ad esempio, c'era da mettere d'accordo quattro Autorità, mentre a Londra, vista la complessità delle azioni da avviare, si è deciso di costituire un'Agenzia ad hoc per i Giochi olimpici. Alla fine, però, la quadra si è sempre trovata. Pure a Venezia. A testimoniarlo, in mattinata, è il sindaco Luigi Brugnaro (imprenditore prestato alla politica, che alle ultime Comunali è stato protagonista di un endorsement in favore dell'amico industriale Gianni Lettieri), di area centrodestra, che ha teso la mano al governo Renzi pur di arrivare all'agognato obiettivo: trasformare i quasi 2mila ettari di Porto Marghera in un grande attrattore turistico e culturale. Per questo quando, nel bel mezzo della discussione, salta fuori il conflitto istituzionale che si sta consumando a Napoli, qualcuno scuote la testa. E lo fa di nuovo durante l'intervento del commissario per Bagnoli Salvo Nastasi che, davanti alla platea di archistar, non nasconde la sua amarezza per le distanze siderali che separano ormai da mesi governo e Comune.