Avvocato candidato a sua insaputa
«Dissi tutto a un uomo» | Video

Avvocato candidato a sua insaputa «Dissi tutto a un uomo» | Video
di Daniela De Crescenzo
Mercoledì 1 Febbraio 2017, 23:39 - Ultimo agg. 2 Febbraio, 18:18
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Cappellino calato sulla fronte, occhiali scuri e in mano il modulo già compilato da far firmare alla candidata mancata: l’uomo misterioso è arrivato alle 12,30 di uno dei primi giorni di gennaio davanti al Mc Donald di piazza Municipio. Doveva incontrare l’avvocato Donatella Biondi, una delle nove persone che si sono trovate in una lista per le elezioni comunali 2016 senza aver mai firmato uno straccio di documento.

«Qualche settimana fa mi è arrivata dalla Corte d’Appello una richiesta di documentazione delle spese elettorali. Ma quali spese, ho pensato, se io non ho mai neanche pensato di candidarmi? – spiega il legale - La lettera, però, parlava chiaro: al collegio di garanzia elettorale risultava il mio nome nella lista Napoli Vale, quella di Valeria Valente. Sono andata in internet e ho scoperto di figurare effettivamente nell’elenco delle persone da votare. Non ci potevano essere dubbi: la data di nascita corrispondeva. Allora ho preso contatti con la segreteria dell’ex aspirante sindaco». Il racconto prosegue ed è degno di un pessimo libro di spionaggio: «Ho parlato con una segretaria e quella mi ha sbrigativamente spiegato che dovevo riempire il modulo segnalando che non avevo affrontato spese. E vorrei vedere, ho replicato, non mi sono mai candidata…Ho insistito e lei ha detto che mi avrebbe fatto ricontattare. I giorni passavano e il telefono non squillava. Il termine fissato dalla Corte d’appello, quindici giorni, stava per scadere: allora sono andata in tribunale e ho spiegato la strana vicenda di cui ero stata vittima. Ma non era finita. Qualche giorno dopo sono stata ricontattata dalla segreteria della Valente che mi ha fissato un appuntamento. In un ufficio? Nemmeno per idea. Ho incontrato la persona che si è presentata in nome della politica in piazza Municipio, nei pressi del mio studio, davanti al Mc Donald. Un uomo con il cappellino in testa e gli occhiali scuri: adesso difficilmente sarei in grado di riconoscerlo. Mi ha porto il modulo destinato al comitato di garanzia elettorale della Corte d’appello chiedendomi di firmarlo. Io gli ho spiegato che se lo avessi fatto avrei implicitamente ammesso di essermi candidata, pur non essendomi mai presentata ad alcuna competizione elettorale. Glielo ho ripetuto tre o quattro volte, poi sono andata via».

L’avvocato Biondi rigira il modulo tra le mani, continua a guardarlo incredula e non sa spiegarsi come possa essere finita lei, che alle competizioni elettorali non ha mai avuto alcun interesse, in questo brutto pasticcio. Esclude di essere mai stata avvicinata da qualcuno della lista Valente, o di una qualsiasi altra lista. Non conosce nessun candidato, non ha mai incontrato un consigliere comunale o un qualsiasi rappresentante politico. E allora? E allora la sua è l’identica situazione di altri otto ignari cittadini che da quindici giorni continuano a porsi la stessa domanda: Perché proprio io? Che c’entro io con quelle maledette elezioni?

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