«Enzo, ferito da un colpo vagante: per lui niente solidarietà dal sindaco»

«Enzo, ferito da un colpo vagante: per lui niente solidarietà dal sindaco»
di Melina Chiapparino
Mercoledì 3 Gennaio 2018, 20:37
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Denunciano la «totale assenza di solidarietà per Enzo» e non risparmiano critiche nei confronti del sindaco Luigi de Magistris. A sollevare la polemica contro l’indifferenza riguardo uno degli episodi più gravi di questo Capodanno a Napoli, sono gli amici di Vincenzo Natale, il 52enne napoletano ferito alla schiena da una pallottola vagante mentre era nella propria auto su via Carbonara.

L’episodio, avvenuto alle sei del pomeriggio del 31 dicembre, riporta all’attenzione dell’opinione pubblica l’abitudine criminale di sparare colpi d’arma da fuoco per festeggiare il nuovo anno ma, a quanto pare, amici e parenti di Vincenzo sono rimasti delusi dalle istituzioni. «Premesso che il vostro quotidiano ha correttamente riportato la notizia del ferimento a causa di una pallottola vagante – scrive in una lettera firmata e indirizzata al Mattino, il portavoce degli amici di Vincenzo - alcuni siti oltre a riportare il nome errato si sono avventurati in fantasiose ricostruzioni e desidero sottolineare ed incitarvi a riportare la totale assenza di solidarietà ad Enzo da parte delle istituzioni».

Il rammarico dei familiari e degli amici del 52enne che è ricoverato all’ospedale Loreto Mare dopo aver subito un delicato intervento chirurgico per la rimozione della pallottola, è proprio il senso di abbandono. «Sindaco in testa, nessuno si è degnato di esprimere una parola come se essere feriti accidentalmente a Napoli per colpa di qualche sprovveduto mentre si guida la propria auto sia un fatto normale oppure ricollegabile solo ed esclusivamente ad episodio di stampo malavitoso» si legge nella lettera di denuncia pubbblica.

«Enzo, sposato, padre di due figli e onesto lavoratore dipendente della Base militare Usa di Capodichino, ha rischiato tragicamente la vita e da eroe ha continuato da solo la corsa fino al Loreto Mare a bordo della sua auto – conclude la lettera- per cui mi sembra meriti almeno la totale e pubblica solidarietà di tutti laddove, invece, l'assenza dello Stato andrebbe urlata a voce alta e senza timore».
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