Arresto killer di Genny Cesarano. Il padre: «Oggi vince la verità»

Arresto killer di Genny Cesarano. Il padre: «Oggi vince la verità»
Venerdì 20 Gennaio 2017, 12:39 - Ultimo agg. 14:09
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«Oggi vince la verità». Così Antonio Cesarano, padre di Genny, vittima di una 'stesà nel Rione Sanità a Napoli la notte del 6 settembre 2015, commenta l'arresto delle 4 persone ritenute responsabili della morte del ragazzo. «Io e la mia famiglia chiediamo giustizia per Genny - dice Antonio ai giornalisti nello studio del suo legale Marco Campora - ma quello che più conta è che nelle carte dell'inchiesta oggi ci sia chiaramente scritto che mio figlio non aveva nulla a che vedere con la camorra e che è una vittima innocente». Antonio ricorda, con rabbia e tra le lacrime, i giorni successivi all'uccisione quando «notizie diffuse da inquirenti ed organi di informazione» descrivevano il figlio come un affiliato ai clan e, per questo, probabile bersaglio di quel raid notturno.
 
 

«Era un bravo ragazzo ma ho dovuto gridarlo per giorni prima che dessero ascolto a me ed alle migliaia di persone scese in piazza per il funerale concesso, come si fa per un boss di camorra, alle 7 di mattina.
Ora spero che lui riposi in pace. La nostra l'abbiamo persa quella notte».( «Le notizie di oggi hanno riacceso ricordi e tensioni di quei giorni - dice Antonio Cesarano descrivendo lo stato d'animo dei suoi cari - e questo succede ogni volta che accadono fatti simili come la bambina colpita al piede nei giorni scorsi mentre era al mercato con il padre». « successo in pieno giorno. A me - dice con rammarico - dissero che mio figlio non doveva essere per strada a quell'ora di notte. Come restare in piazza con gli amici fosse stata una grave colpa... Dico che la città deve reagire. Non ci dobbiamo far intimorire e, ognuno come può, deve collaborare per liberare Napoli da questa morsa criminale restituendola ai ragazzi». Antonio Cesarano e l'avvocato Marco Campora ricordano la nascita del movimento popolare sorto all'indomani della morte di Genny, formato da giovani, madri, precari, studenti e parroci. «Con 'Il popolo in camminò chiediamo alle istituzioni sicurezza e sviluppo per i quartieri a rischio - conclude Cesarano - c'è bisogno, però, di risposte strutturali come istruzione, con le scuole aperte a tempo pieno e, soprattutto, opportunità di formazione e lavoro per i nostri ragazzi».
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