Area industriale di Marano,
inagibili altre cinque strutture

Area industriale di Marano, inagibili altre cinque strutture
di Fernando Bocchetti
Giovedì 1 Dicembre 2016, 11:02 - Ultimo agg. 11:09
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Area industriale di Marano nel caos. Dopo le sei ordinanze di abbattimento dei capannoni ritenuti non conformi, arrivano i provvedimenti che sanciscono la revoca dell’agibilità per altre cinque strutture realizzate dalla Iniziativa industriali di Sant’Antimo, la società di scopo della famiglia Cesaro che si aggiudicò il bando emanato dal Comune alla fine degli anni Novanta.

Revoca dell’agibilità e contestuale provvedimento per la chiusura delle attività che da qualche anno operano nell’area industriale di via Migliaccio. Una tegola, l’ennesima per i titolari delle ditte che a suo tempo, avevano investito centinaia di migliaia di euro per acquistare i capannoni e dirottare i loro dipendenti a Marano. Qualche imprenditore ha già impugnato il provvedimento del Comune, con ricorsi al Tar che nel merito, saranno discussi il 20 dicembre. Altri imprenditori invece sono impegnati contro l’ente cittadino in sede di consiglio di Stato. La giustizia amministrativa deve esprimersi anche sulla modifica della destinazione d’uso di alcuni capannoni utilizzati per attività commerciali e non prettamente industriali, così come sancito nella convenzione firmata qualche anno fa tra la Iniziative industriali e il comune di Marano.

Non c’è pace dunque, per quella che nelle intenzioni delle vecchie amministrazioni comunali doveva essere il luogo di maggior sviluppo economico della città. Il Pip (Piano per gli insediamenti produttivi) sta invece naufragando sotto i colpi delle inchieste giudiziarie (la Da segue da tempo il caso) e delle anomalie tecnico-urbanistiche riscontrate soltanto di recente dall’Ente e dopo molti anni di impasse e silenzi. 

«Non possiamo pagare per gli errori commessi a suo tempo dai politici di Marano o da chi realizzò l’area per gli insediamenti produttivi - spiegano gli imprenditori destinatari dei provvedimenti del Comune - Abbiamo investito fior di quattrini in quest’area e in caso di chiusura le conseguenze sarebbero nefaste anche sul fronte occupazionale. Il Comune - aggiungono - valuti la possibilità di sanare i piccoli abusi o studi altre forme di intervento per scongiurare le catastrofe».
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