Anm, assicurazioni gonfiate
esposto alla Corte dei Conti

Anm, assicurazioni gonfiate esposto alla Corte dei Conti
di Pierluigi Frattasi
Venerdì 7 Luglio 2017, 00:00 - Ultimo agg. 21 Marzo, 18:59
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Bus nuovissimi, immatricolati nel 2009, e assicurati dall’Anm tra il 2012 e il 2013 al costo di 26mila euro ciascuno all’anno. Più del doppio delle polizze Rc autobus pagate per modelli simili di pullman dalle altre aziende del trasporto pubblico napoletano. La Ctp, ad esempio, fino al 2015, pagava 13-14mila euro. Oggi, con l’installazione delle scatole nere, tra i 3 e i 5mila euro. Tra i 10 e i 12mila euro all’anno, invece, l’assicurazione di un bus Eav. Per l’Anm, insomma, società in perdita dal 2013, la spesa dell’Rc autobus - soprattutto fino a qualche anno fa, ma ancora adesso - con un parco mezzi di oltre 600 unità, rappresenta una cifra consistente.

E, assieme al personale e al carburante, è uno dei costi più rilevanti, difficilmente sostenibile. Numeri e contratti delle assicurazioni sono finiti ora sotto i riflettori della Corte dei Conti, a seguito di un esposto inviato a fine giugno dallo stesso Comune di Napoli. Il dossier punta i fari sul biennio 2012 e 2013 e sul contratto di brokeraggio assicurativo stipulato con la società Aon nel 2012. In pratica, 5 anni fa, in un’ottica di spending review, proprio per abbassare i costi dei premi, l’Anm decise di affidare ad un broker la gestione del programma assicurativo e dei contratti con le Compagnie, pur mantenendo piena autonomia decisionale sui perfezionamenti degli atti. I risultati sono stati positivi.

La spesa per l’Rc autobus, effettivamente, anche grazie all’installazione delle videocamere a bordo, è scesa ai circa 16mila euro attuali all’anno per ogni bus. Nell’esposto, partito da una segnalazione all’assessorato al Bilancio e all’Anm, si chiede, però, di approfondire i dati relativi alle percentuali delle provvigioni introitate dal broker sulle polizze e «fissate da contratto al 5 per cento». Provvigioni che venivano sostenute, comunque, dalle Compagnie assicurative, ma che, secondo l’esposto, potrebbero essere state più alte. In quel biennio i premi delle assicurazioni dei bus Anm (esclusi furto, incendio e guasti accidentali) ammontavano a rate semestrali di 13mila euro. Con provvigioni, secondo il dossier, «di circa 1.130 euro».

Il Comune chiede poi di approfondire anche atti più recenti, dai quali, è scritto nella nota inviata alla magistratura contabile, «emergerebbe che il broker pur in scadenza (16.05.17) viene individuato quale consulente tecnico nella fase di gara per la stipula di una copertura assicurativa su immobili, ed inoltre quale gestore del rapporto contrattuale tra la compagnia assicurativa ed Anm per tutta la durata del contratto (31.12.19), ben oltre quindi la scadenza del proprio contratto». Fatti e numeri, ovviamente, tutti da verificare e sui quali i soggetti interessati avranno modo di fare chiarezza nei prossimi giorni.

L’attenzione sui conti dell’Anm nelle ultime settimane è diventata altissima. Il nuovo amministratore unico Ciro Maglione, subentrato ad Alberto Ramaglia il 16 giugno scorso, ha avviato da settimane un’indagine approfondita sui conti, coadiuvato da un team di esperti esterni. Un programma che mira a rivedere anche il piano anti-crac di Ramaglia, basato sui rincari di ticket e tariffe, già partiti, sulla proclamazione dello stato di crisi aziendale e l’apertura della procedura di licenziamento collettivo per 194 dipendenti, e su una ricapitalizzazione dell’azienda da 65 milioni di euro, attraverso il conferimento di immobili di proprietà di Palazzo San Giacomo. Da molti anni, infatti, l’Anm è una società in continua perdita.

L’ultimo rendiconto approvato quest’anno, relativo al bilancio 2015, ha visto l’azienda dei trasporti chiudere con un buco di 42 milioni di euro. Nonostante la continua emorragia di risorse, però, alcune spese, invece di diminuire, sono cresciute, come nel caso delle forniture dalle ditte esterne. Negli ultimi due anni i costi dell’indotto (manutenzione, pulizia e guardiania) sono lievitati di quasi 3 milioni, salendo dai 12,3 milioni del 2015 ai 15 milioni del 2016. Il grosso di questa cifra riguarda le manutenzioni. Nel 2016 si registra un’impennata di riparazioni per guasti, soprattutto sulla metropolitana Linea 1.

I costi complessivi passano dai 723mila euro del 2015 a circa 2 milioni. Pesano soprattutto alcune commesse, come la revisione dei filobus F19H da 220mila euro, appaltata con gara europea, ma anche le riparazioni da centinaia di migliaia di euro per i guasti alle componenti elettroniche dei treni della Linea 1, o la revisione delle bombole a metano dei bus da 110mila euro. Ma, oltre alle spese imprevedibili legate alle emergenze, crescono anche quelle per i servizi ordinari. La vigilanza, ad esempio, affidata con gara europea per 3 anni (2015-2018) alla Security Service, è schizzata in un anno da 2,9 a 3,8 milioni. Oltre 850mila euro in più. Aumento di 220mila euro anche per il servizio di custodia dei parcheggi, appaltato alla Eagle Service dalla ex Napolipark prima ancora della fusione con Anm nel 2012. Da allora, però, si è andati avanti con continue proroghe tecniche. Nel 2015 il costo era di 415.512 euro, l’anno scorso è stato di 635.712 euro.

Il contratto il mese scorso non è stato rinnovato ed è stata indetta la gara. Lieve aumento pure per le spese per le pulizie, passate da 8,2 a 8,6 milioni. Il ramo bus e parcheggi è stato affidato fino a gennaio 2016 alla Cmg, poi alla Samir. Il ramo ferro, invece, è gestito dalla Manital. Tra i costi rilevanti per la società anche quelli, necessari, per gli incarichi e le consulenze legali.

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