Agguato a un ex pentito, per sbaglio
ferito un ragazzino napoletano

Agguato a un ex pentito, per sbaglio ferito un ragazzino napoletano
di ​Nico Falco
Domenica 2 Luglio 2017, 10:21 - Ultimo agg. 16:26
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La pallottola che lo ha centrato non era destinata a lui ma a un ex collaboratore di giustizia che, al momento dell'agguato, si trovava a pochi metri, nella stessa piazza. La ricostruzione dei carabinieri, tuttora in via di definizione, parla di un raid armato tra la gente, di un killer dalla mira sbilenca e di un ragazzino di 15 anni finito in ospedale perché si è trovato sulla traiettoria di una pallottola diretta a un altro uomo che è uscito indenne dall'agguato. 
 



Il giovanissimo, che ha rischiato di allungare il già interminabile elenco dei morti innocenti di camorra, non risulta avere nessun legame con la criminalità organizzata né contatti con la malavita. Era con gli amici in piazza Bernardino Tafuri, erano le 19.30 circa e il sole non era ancora del tutto tramontato. A qualche metro da lui, un ex collaboratore di giustizia che era a piedi, da solo. Forse i killer lo stavano già seguendo, aspettavano il momento giusto per colpire. O, più probabilmente, qualcuno ha fatto da specchiettista, fornendo la giusta imbeccata e segnalando la sua presenza. 

Per vecchie vendette e rancori mai sopiti, o per nuove questioni, quell'uomo era sulla lista nera dei sicari, che non hanno esitato a sparare malgrado nella piazzetta ci fossero anche altre persone. I killer erano su uno scooter, entrambi a volto coperto, si sono avvicinati e il passeggero ha aperto il fuoco. Un solo colpo e si sono allontanati con un'accelerata. L'uomo, sfiorato dalla pallottola, si è reso conto che quei due erano lì per lui ed è scappato. Mentre, nel fuggi fuggi generale, gli altri presenti fuggivano verso i negozi cercando riparo, l'uomo ha corso per un paio di centinaia di metri, verso la salvezza: si è infilato nella stazione Marianella dei carabinieri, a due traverse di distanza, e ha chiesto aiuto raccontando quello che era appena successo. Il proiettile che lo aveva mancato, però, aveva proseguito la sua corsa senza controllo e aveva colpito il ragazzino, che stava giocando a calcio con gli amici e non si è accorto subito di essere stato ferito da una pallottola. Ha sentito un improvviso, forte bruciore alla natica sinistra e, quando se l'è toccata con la mano, si è ritrovato pieno di sangue. I carabinieri sono arrivati pochissimo tempo dopo e hanno allertato il 118 per far soccorrere il ragazzo, che è stato trasportato in ambulanza al Pronto Soccorso del San Giovanni Bosco. Il proiettile non ha leso alcun organo e il ragazzo è stato dichiarato subito fuori pericolo, ma i medici hanno deciso di trattenerlo per esami più approfonditi e per valutare la possibilità di intervenire chirurgicamente per rimuovere la pallottola dal muscolo. Gli resterà una cicatrice e un brutto ricordo, ma si riprenderà completamente nel giro di pochi giorni. Sul luogo dell'agguato i militari, durante il sopralluogo, hanno rinvenuto il bossolo esploso dai killer, che è stato sequestrato ed inviato ai laboratori per le analisi balistiche.

Sono state acquisite anche le registrazioni delle telecamere di sorveglianza installate nel quartiere e nelle strade limitrofe a piazza Tafuri: sui nastri potrebbero avere impresso tracce dei killer o lo scooter in fuga dopo l'agguato. I militari hanno ascoltato anche alcuni dei presenti, che però non sarebbero stati in grado di fornire elementi preziosi per arrivare all'identificazione di chi ha sparato. Il testimone chiave resta quello che i carabinieri ritengono essere il reale obiettivo della sparatoria; 41 anni, originario della zona, per un periodo era stato collaboratore di giustizia ma poi aveva deciso di interrompere per non stare lontano dalla famiglia.
Anche lui è stato ascoltato a lungo dagli carabinieri di Marianella che, incaricati delle indagini insieme al Nucleo Operativo della Compagnia Vomero, stanno cercando di capire se il raid fosse legato al passato criminale dell'uomo o se si sia trattato di una vendetta per le dichiarazioni che aveva reso, e non ritrattato, durante il periodo di collaborazione. 

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