Scacco alla gang della metropolitana: decisive le telecamere di rilevamento delle targhe

Scacco alla gang della metropolitana: decisive le telecamere di rilevamento delle targhe
di Nico Falco
Venerdì 19 Gennaio 2018, 09:02 - Ultimo agg. 11:15
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Hanno 15 e 16 anni, abitano in provincia, domenica sera erano all'Arenella con altri amici alla ricerca di qualche coetaneo da «mettere sotto». Da provocare, con cui cercare la lite. Per «tirarsi la tarantella». Forse già con l'intenzione, come poi è successo, di aggredirlo brutalmente senza nemmeno un pretesto. Sono stati identificati dalla Polizia i primi due componenti del branco che ha preso di mira Ciro G. mentre era con gli amici mandandolo in ospedale con un pugno sul naso. I poliziotti del commissariato Arenella, coordinati dalla Procura dei Minori di Napoli, sono arrivati a loro con serrate indagini, partendo dalla testimonianza delle vittime e, con l'aiuto delle telecamere, risalendo ad altri componenti del gruppo e infine ai due. Si tratta di R. G. S. O., 16 anni, e M. C., 15 anni, quest'ultimo di origini rumene, entrambi residenti a Marano di Napoli. Sono stati denunciati in stato di libertà all'Autorità Giudiziaria per concorso in lesioni aggravate.

Ma ecco la dinamica dell'aggressione, così come l'hanno ricostruita le forze dell'ordine sulla scorta delle testimonianze e, soprattutto, dei dati raccolti durante le indagini. Tutto è partito intorno alle 21.15 di domenica sera. Ciro G., che abita a Materdei, stava tornando a casa dopo il torneo di calcetto con due amici della sua stessa età. All'altezza di Largo Cangiani si sono imbattuti nei bulli. Erano quattro o cinque, fermi vicino a tre scooter. Sono partiti gli insulti, qualche spintone, gli sputi. Non era un tentativo di rapina: i giovani criminali non avevano chiesto il telefonino, né i soldi. La vittima e i due che erano con lui hanno deciso di tirare dritto, senza cedere alle provocazioni. Hanno continuato per la loro strada, senza rispondere né provare a difendersi, dirigendosi verso la metropolitana, stazione Policlinico. Due di quei ragazzi, però, li hanno seguiti. All'altezza della fermata Ciro è stato afferrato alle spalle, all'improvviso. E a quel punto è scattata l'aggressione.
 
Uno, descritto come di carnagione mulatta e con i capelli rasta e lunghi, lo ha fatto voltare e gli ha sferrato un violento pugno al volto: il successivo referto stilato dai medici dell'ospedale parla di un trauma cranico facciale con frattura delle ossa del naso, con una prognosi di 30 giorni. È stato un colpo brutale, immotivato. E potevano arrivarne ancora. Altri pugni, o forse peggio, e si sarebbero potuti unire all'aggressione anche gli altri giovani che avevano visto poco prima. Così il ragazzo e i suoi amici non hanno perso tempo, hanno cercato la salvezza iniziando a correre. Sono andati verso l'interno della stazione, sperando che ci fosse qualcuno, e hanno chiesto aiuto al personale della vigilanza. Sono state allertate le forze dell'ordine e subito avviate le indagini che, nel giro di pochi giorni, hanno stretto il cerchio intorno ai responsabili.

L'aiuto fondamentale è arrivato dal sistema di rilevamento delle targhe. Le telecamere, infatti, avevano ripreso quegli scooter descritti dalla vittima, i lettori ottici avevano memorizzato numeri e lettere. I proprietari dei mezzi sono stati così identificati e si è accertato che, domenica sera, a usarli erano stati i loro figli minorenni. I ragazzi sono stati ascoltati, ma hanno negato qualsiasi responsabilità: hanno affermato di non aver colpito la vittima né di aver preso parte al raid, di non avere avuto nessun ruolo in quella aggressione. Però, hanno ammesso, erano lì vicino e conoscevano gli aggressori. Erano presenti quando il ragazzo è stato picchiato, avevano visto tutto ed erano in grado di raccontarlo. Tutto combaciava con la testimonianza della vittima. I nuovi elementi hanno impresso una svolta alle indagini, che si sono indirizzate verso altri due giovani, anche loro minorenni, che sono stati così rintracciati e denunciati.

Le indagini proseguono per identificare gli altri componenti del branco. Una svolta positiva potrebbe arrivare a breve anche per l'episodio di Gaetano, il ragazzo di 15 anni pestato a sangue davanti alla metropolitana di Chiaiano e che, in seguito alle percosse, ha subìto l'asportazione della milza. Gli investigatori hanno acquisito validi elementi che potrebbero fare da preludio a possibili soluzioni investigative. Infine per il caso di Arturo, il ragazzo di 17 anni quasi ammazzato a coltellate in via Foria, gli indagati restano 3: dopo il giovane di 15 anni attualmente in cella in un istituto minorile e quello di 17 anni fermato e rilasciato grazie a un alibi di ferro, nel mirino è finito un altro giovanissimo, accusato di avere fatto parte del gruppo che ha assalito la vittima e che si vede nelle immagini della videosorveglianza.
 

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