Donne sole con figli da crescere o giovanissime col pancione, famiglie numerose con tanti minori accalcate in pochi metri quadrati, anziani e disabili in condizioni critiche e gravi problemi di salute. Sono migliaia le storie dei cittadini campani su cui pesa la scure dell'abbattimento della casa di necessità per reato di abusivismo e quasi tutte si somigliano, sono storie al limite della disperazione. Abusi commessi decine di anni fa, tentativi di rimediare pagando anche migliaia di euro per oneri e concessioni ai Comuni, ma invano.
Sono 200mila le sentenze di abbattimento passate in giudicato in Campania e 70mila tra Napoli e provincia; di queste le ruspe hanno raso al suolo solo il 2% del totale.
I PARLAMENTARI
I manifestanti sono stati ascoltati dai deputati grillini (Caso, Spena, Manzo e Baldino), di Forza Italia (Sarro e Polverini) e della Lega (Cantalamessa). I deputati del M5S hanno comunicato di aver già presentato un emendamento alla bozza del decreto legge in materia di semplificazioni che sarà oggetto di discussione nel prossimo Consiglio dei ministri, previsto per fine mese. «L'emendamento presentato - spiega Molinaro - propone la sospensione delle demolizioni fino alla cessazione della emergenza pandemica. Se approvato determinerà l'immediato blocco delle esecuzioni. L'impressione è stata buona, poiché i nostri interlocutori politici erano consapevoli della gravità della situazione. Non vorrei sbagliare ma credo che questa sia la volta buona. Dopo il bloccaruspe, mi hanno assicurato che verrà promosso un tavolo di concertazione sul tema con tutti i partiti di maggioranza al fine di imprimere una soluzione definitiva a un problema, come quello delle demolizioni a macchia di leopardo e senza alcun criterio logico e cronologico, che ha ormai assunto i contorni di un vero e proprio dramma sociale».
LE STORIE
Una piccola luce di speranza per Ciro Incarnato, 60enne di Barra destinatario di un ordine di demolizione per la casa in via Argine in cui vive con la sorella 56enne affetta da schizofrenia. La loro casa doveva essere abbattuta ad aprile, ma poi è stata accolta l'istanza di sospensione perché Ciro, come ha dimostrato il legale, ha avuto un'esperienza di pre-mortem. «Nostro padre ci aveva dato un terreno - racconta - su cui nel 2009, fidandomi dell'ingegnere e di una ditta a cui abbiamo corrisposto migliaia di euro, ho fatto costruire la casa. Il 28 aprile dovevano venire a demolirci la casa, il 27 sono andato a Pietrelcina in bici ed è stata accolta l'istanza. Mi sento un miracolato». Emanuela Vitale, invece, lotta per evitare l'abbattimento della casa di famiglia in via Montagna Spaccata a Pianura in cui vivono sei adulti e quattro minori, soprattutto sua sorella Martina di 19 anni, incinta al quinto mese di una gravidanza a rischio. Casa costruita negli anni'90 dal padre, pagamento di circa 32mila euro tra richiesta condoni, oneri e oblazioni e notifica di abbattimento. Le ruspe dovrebbero arrivare il 25 giugno.