Abusi sessuali su 12enni a scuola: insegnante denunciato e condannato

Abusi sessuali su 12enni a scuola: insegnante denunciato e condannato
di Michele M. Ippolito
Giovedì 17 Maggio 2018, 08:25 - Ultimo agg. 10:05
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PORTICI - Un insegnante di chitarra che lavora nella scuola media Santagata è stato condannato a un anno e otto mesi di reclusione per atti sessuali con minorenni. La quinta sezione penale del Tribunale di Napoli ha ritenuto che il docente, classe 1972, sposato, con due figli, impegnato nel mondo della scuola da vent'anni, fosse colpevole dell'accusa mossagli da alcune sue ex studentesse, che all'epoca dei fatti contestati erano appena dodicenni e che oggi studiano tutte in scuole superiori. Le ragazzine avevano denunciato di essere state toccate in parti intime dall'insegnante nel corso di lezioni scolastiche pomeridiane e che, talvolta, l'uomo aveva chiesto di farsi toccare da loro. L'insegnante è stato, inoltre, interdetto temporaneamente dai pubblici uffici e in via perpetua «da qualsiasi ufficio attinente alla tutela, alla curatale e all'amministrazione di sostegno e da qualunque incarico nelle scuole di ogni ordine e grado e da ogni ufficio o servizio in istituzioni o in altre strutture pubbliche o private frequentate prevalentemente da minori» ai sensi dell'articolo 609 nonies del codice penale, che prevede sanzioni aggiuntive per chi abbia compiuto abusi facendo leva sul suo ruolo di educatore. Il professore, dovrà, inoltre, farsi carico del pagamento delle spese processuali e «del risarcimento dei danni morali e materiali patiti dalle parti civili, da liquidarsi in separata sede», nonché delle spese legali affrontate dalle famiglie delle ragazze, calcolate in una somma di poco superiore ai duemila euro ciascuna.
 
Essendo l'imputato incensurato la pena è stata sospesa: questo vuol dire che, nonostante sia stato ritenuto colpevole di atti sessuali su minori di quattordici anni, non può essere destituito dall'insegnamento. Le motivazione della sentenza, a cura del giudice relatore Morello, saranno depositate entro il prossimo 9 luglio. «Giustizia è fatta», afferma il padre di una delle giovanissime coinvolte, assistito dall'avvocato Giovanni Formicola: «Noi abbiamo denunciato perché il professore non deve essere più messo in grado di nuocere a dei minori. Tuttavia restiamo preoccupati. L'anno prossimo comincerà un nuovo ciclo scolastico e, se il docente resterà al suo posto, gli saranno affidate bambine appena uscite dalle elementari: questo non è accettabile».

Il professore non è stato mai sospeso dal servizio nonostante fosse sotto processo e dovesse rispondere di gravi accuse: durante tutto il processo di primo grado ha continuato ad insegnare. Non solo: quando a Portici scoppiò lo scandalo, nel dicembre 2016, i suoi colleghi lo difesero a spada tratta. Cento professori della Santagata redassero e fecero girare un documento a suo sostegno definendo «infamanti» le accuse e rimarcando che «il docente è stimato da tutti». Nel documento si parlava di «accanimento mediatico pruriginoso e fondato su sommarie informazioni che compromette la credibilità della scuola». I magistrati, però, non hanno valutato la vicenda nello stesso modo. «Non ho dichiarazioni da fare, non devo dire nulla» taglia corto al telefono la professoressa Elysena Vigilante, dirigente scolastica dell'istituto comprensivo di cui fa parte la scuola media Santagata, in cui insegna il professore. La dirigente dell'Ufficio Scolastico Regionale Luisa Franzese fa sapere che già nelle prossime ore sospenderà dal servizio in via cautelare il professore di chitarra. «Sono sconcertata spiega ma prima non potevamo farlo, perché le visite dei nostri ispettori nell'istituto non avevano fatto emergere elementi di gravità tale o anche solo indizi tali da procedere in tal senso». Questo, nonostante nelle motivazioni del rinvio a giudizio, pubblicate dal Mattino un anno e mezzo fa, si leggesse che «nel corso delle lezioni di chitarra tenute in orario pomeridiano, presso l'istituto Carlo Santagata in Portici, il professore compiva con le minori atti sessuali consistiti in carezze sulle natiche e tra le cosce» e altre azioni considerate «dirette in modo inequivoco a indurre le minori a toccargli le parti intime».
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