Roghi, la denuncia degli esperti di Vesuvio Mo' basta: «Danni per almeno due decenni»

Roghi, la denuncia degli esperti di Vesuvio Mo' basta: «Danni per almeno due decenni»
di Francesca Raspavolo
Martedì 25 Luglio 2017, 12:53
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TORRE DEL GRECO - Mo' bast: nell'aula magna del liceo classico Gaetano De Bottis di Torre del Greco assemblea pubblica promossa dal Comitato Vesuvio mo’ basta per dire stop agli incendi sul vulcano e avviare la ricostruzione.
Patrizia Di Donna, fautrice e madre del Comitato, ha espresso lo spirito e i sentimenti che hanno animato quest'iniziativa, frutto della rabbia e dello sgomento di fronte alle fiamme, al fumo, alla distruzione del gigante buono. La parola è quindi passata agli esperti che hanno dipinto un quadro decisamente preoccupante. Il geologo Rosario Santanastasio è intervenuto in merito ai rischi idrogeologici conseguenti ai roghi: "La deforestazione produce una minore capacità di assorbimento delle acque piovane, ma, nel nostro caso, si aggiunge la coltre di cenere e materiale di combustione depositatosi sul terreno che crea una impermeabilizzazione dello stesso".

Il chimico Fabio Mazzaglia ha fornito informazioni sullo stato dell’aria: "La combustione di tutti questi materiali ha generato la propagazione nell’aria di particelle infinitamente piccole che respiriamo ogni giorno e che, una volta inalate, non saranno più espulse dal nostro organismo. Questo processo è potenzialmente pericoloso e foriero di patologie respiratorie e neoplasie".

L'ingegnere Moscarella ha evidenziato come il "Parco Nazionale del Vesuvio versi in uno stato di incuria e abbandono non solo preoccupante, ma molto pericoloso tanto da aver certamente favorito il diffondersi delle fiamme. L’importanza di una meditata e ben studiata riforestazione appare fondamentale, tenuto conto della conformazione e delle caratteristiche delle pendici del Vesuvio. L’obiettivo deve essere quello di evitare, ripiantando gli alberi in maniera oculata in prossimità dei viali tagliafuoco, che la pendenza e il vento possano favorire la propagazione delle fiamme chioma chioma".

L’attivista Clementina Sasso ha evidenziato come" le amministrazioni locali siano indolenti e del tutto inattive rispetto alla prevenzione. Comuni che non hanno fruito degli stanziamenti destinati a materiali per la protezione civile, piani di emergenza che non esistono, mezzi di soccorso non efficienti". Dopo la testimonianza di Silvano Somma, l'avvocato Francesco Maria Morelli ha richiamato l’attenzione "sulla necessità di individuare le responsabilità nel ritardo degli interventi, nella incapacità o il lassismo di coloro che non hanno previsto che, con l’intensificarsi del vento, la situazione sarebbe irrimediabilmente sfuggita di mano; le mancanze delle amministrazioni e degli enti che, nella gestione dell’emergenza, hanno in molti casi lasciato a sé stessi volontari e cittadini".

L’ingegnere Pietro Costabile ha formulato proposte efficaci come l’utilizzo di droni per il monitoraggio del territorio, sia anti sversamenti, sia anti incendio, e la realizzazione di torrette di avvistamento da porre lungo tutto il perimetro dell’area vesuviana mentre la dottoressa Maddalena De Lucia  dell’Osservatorio vesuviano ha rassicurato i cittadini sulle attuali condizioni dell’attività vulcanica, riferendo i risultati dei quotidiani rilevamenti che l’Istituto effettua e che definisce in linea con l’attività degli ultimi trenta anni. 

A moderare l’incontro è intervenuta Mariella Romano che ha presentato il Comitato, esposto i drammatici fatti che hanno interessato il territorio vesuviano negli scorsi giorni ed ha introdotto gli esperti che hanno fornito notizie, dati e chiarimenti su quanto accaduto e sulle conseguenze che i roghi hanno prodotto e produrranno nei prossimi anni, decenni purtroppo, sulla terra, l’aria, l’ambiente tutto e, di conseguenza, sulla nostra sicurezza e sulla nostra salute.
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