POMPEI - Adulti, bambini, italiani, extracomunitari. Cominciano ad arrivare i tanti che alle 16,30 sfileranno per la difesa della laicità dello Stato e delle Istituzioni democratiche in occasione del Gay Pride di Pompei, poi definito esclusivamente Pride. Attesi circa cinquemila partecipanti, ma potrebbero essere anche tanti di più perché, per la prima volta, l'evento assume una valenza molto più ampia che nel passato, inviando un messaggio contro le discriminazioni razziali e lo stop all'accoglienza dei migranti. Ma non solo. Il Coordinamento Campania Rainbow, l’osservatorio vesuviano Lgnt, Arcigay Vesuvio Rainbow e tutte le associazioni, collettivi, enti e movimenti aderenti hanno scelto come tema al centro del Pompei Pride la difesa della laicità con l'obiettivo di rivendicare la «capacità di autodeterminazione delle persone al di là di qualsiasi condizionamento ideologico sulla base dei principi di libertà, eguaglianza, fratellanza e rispetto, incentrandosi sul potere positivo delle peculiarità umane liberamente espresse».
«I Pride e in particolare questo di Pompei servono per riaffermare che lo Stato è laico, democratico e deve difendere i diritti di tutti. Bisogna combattere il vento nero che proviene da Salvini in questo periodo», afferma la senatrice Monica Cirinnà. E su Pompei parole di grande apprezzamento. «La città ha dimostrato di essere molto aperta, un luogo che sa includere. L'amministrazione è stata disponibile e ovviamente per la Chiesa manteniamo un grande rispetto», conclude.
«Siamo qui per ribadire che il nostro paese ha fatto passi avanti su temi importanti e non può esserci arretramento culturale. Poi sono consapevole che molte delle proposte che vengono dai Pride non fanno parte in questo momento del contratto di governo tra Movimento 5 Stelle e Lega. Però c'è un tema che va a prescindere da tutto: noi possiamo fare un'azione culturale importante per abbattere ogni tipo di pregiudizio, di discriminazione e la mia presenza qui ne è la prova». Così Vincenzo Spadafora, deputato Movimento 5 Stelle, chiarisce la sua posizione circa il Pride di Pompei, che oggi ha unito migliaia di persone di tutte le età e provenienze. Tra i presenti anche il sindaco di Napoli Luigi De Magistris e quello di San Giorgio a Cremano Giorgio Zinno, (che ha ricevuto una lettera di insulti con due proiettili).
Il corteo, partito da piazza Falcone e Borsellino, è giunto a piazza Esedra tra centinaia di bandiere colorate, musiche, cori, carri, volti dipinti e sorridenti. Tante le associazioni presenti. «Faccio parte di Famiglie arcobaleno - spiega Renata Ciannella - ho una moglie e una bambina di 4 anni che oggi è qui. Chiediamo eguali diritti per i nostri figli. In particolare il riconoscimento alla nascita per entrambi i genitori, che al momento non c'è».
«La lotta per le libertà civili si deve fare sempre. Adesso abbiamo il governo più a destra nella storia, dopo il nazifascismo, ma la voglia di lottare contro la discriminazione è altissima», sottolinea il sindaco di Napoli Luigi De Magistris.