Marinai, il Pio Monte di Procida «conteso» con la Curia di Napoli

Marinai, il Pio Monte di Procida «conteso» con la Curia di Napoli
di Domenico Ambrosino
Lunedì 12 Novembre 2018, 10:00
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Il Pio Monte Marinai di Procida deve tornare nelle gestione dei procidani. Parte una petizione popolare, primi firmatari gli ultimi sei sindaci dell'isola (Enzo Esposito, Aniello Scotto di Santolo, Gerardo Lubrano Lavadera, Luigi Muro, Vincenzo Capezzuto, Dino Ambrosino) che chiede al cardinale Crescenzio Sepe la nomina di una delegazione della Curia della diocesi di Napoli (a cui Procida appartiene) che incontri una delegazione di marittimi ed esponenti delle istituzioni isolane, per avviare Pio Monte a una gestione «ordinaria e democratica». Dopo il caso del Rione Sanità, ecco un altro grattacapo per la Curia nell'ambito della gestione dei beni storici e culturali. Marittimi e cittadini dell'isola sono in agitazione: in una partecipata assemblea organizzata nella sala del Consiglio Comunale si sono accese forti polemiche sulla gestione dell'antico sodalizio solidaristico, fondato dagli armatori e marittimi procidani quattro secoli fa, nel 1617. Fino allo scorso anno, il sodalizio era sempre stato retto da commissari procidani. L'ultimo, l'ingegnere Mario Carabellese, aveva annunciato un prossimo ritorno all'ordinario con l'elezione degli organismi dirigenti. Invece sono arrivati, in sua sostituzione, tre commissari napoletani - Giovanni Wurzburger, Raffaele Di Luca e Pasquale Iodice - nominati dalla Curia di Napoli. La quale si giova del Regio decreto 1199 del 12 maggio 1939 col quale, su proposta del duce Benito Mussolini, «viene provveduto all'accertamento dello scopo prevalente di culto nei riguardi della Confratenita detta Pio Monte dei Marinari, con sede in Procida».
 
«Questo decreto ha urlato il capitano Antonio Cascone, marittimo in pensione, medaglia d'oro per lunga navigazione del ministero dei Trasporti - ha origine da una falsa dichiarazione che afferma che il Pio Monte dei Marinari è una Confraternita. La Curia napoletana lo ammetta e restituisca ai marittimi procidani il pieno diritto di voto e l'amministrazione del loro Pio Monte, secondo quanto previsto dallo statuto datato 12 settembre 1871. Nessun articolo di questo statuto - ha sottolineato Cascone - consente al Cardinale di eleggere, amministrare e/o nominare commissari».

La scintilla che ha acceso la ribellione dei marittimi procidani è stata la richiesta di incrementare da 100 a 400 euro mensili il fitto del locale ove ha sede il Circolo dei Capitani e Macchinisti, fondato nell'isola nel 1911, marittimi che sono considerati da sempre come gli eredi materiali e morali del più antico Pio Monte. Tanto è vero che nel passato erano i presidenti del circolo a reggere contemporaneamente le redini della benemerita associazione marinara. Spiega il presidente del Circolo, il capitano di macchine Vincenzo Schiano di Coscia: «Le proposte dei commissari curiali ci hanno dato la sensazione di trovarci davanti ad uno sfratto dolce, da consumarsi, cioè, lentamente nei prossimi anni. E questo non lo possiamo consentire. Non si sfratta la cultura e la tradizione marinara dell'isola, per di più da parte di coloro che dovrebbero essere i loro difensori. Noi vogliamo un contratto chiaro a cifre non elevate in quanto siamo gli eredi della marineria isolana con un circolo che possa continuare ad esercitare attività sociale e di promozione del lavoro sul mare».

Il commissario Giovanni Wurzburger getta acqua sul fuoco pur ribadendo che i problemi economici non possono essere messi da parte. «Siamo rimasti veramente sorpresi della reazione dei procidani. La nostra azione è stata e sarà sempre volta a cercare collaborazione e unità di intenti. Se il Circolo Capitani e Macchinisti ritiene troppo oneroso per le sue disponibilità finanziarie il rinnovo del fitto potremmo stipulare un contratto di comodato gratuito dei locali, ospitando in regime di pacifica convivenza e coabitazione la sede della Confraternita Pio Monte dei Marinai. Noi vogliamo continuare a promuovere azioni di solidarietà e promozione marinara, vedi la recente istituzione di tre borse di studio di 1000 euro ciascuna per i migliori giovani diplomati nautici, ma non possiamo non tener conto che i tempi sono cambiati. I locali adiacenti il Circolo - evidenzia Wurzburger - sono sottoposti a un fitto che supera anche i mille euro mensili». Non ha però trovato accoglienza la mediazione dell'assessore comunale Antonio Carannante. E, mentre si aspetta la risposta del cardinale Crescenzio Sepe, i marittimi si attrezzano per intraprendere una lunga navigazione con una serie di azioni a livello legale e di mobilitazione sociale. Qualcuno ha proposto in assemblea lo sciopero dalle Messe. «Anche le nostre donne sono pronte a sostenerci» hanno detto tra gli applausi.
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