Patto Palumbo-Nmn, nasce a Napoli il maxi-polo della cantieristica navale

Patto Palumbo-Nmn, nasce a Napoli il maxi-polo della cantieristica navale
di Antonino Pane
Mercoledì 21 Febbraio 2018, 11:45
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Basta guerre, basta carte bollate, basta polemiche. Il porto di Napoli avrà un mega polo della cantieristica. Due aziende storiche che operano nel porto di Napoli, insieme, hanno dato vita al Napoli Dry Docks una società che gestirà un nuovo bacino galleggiante di 250 metri per le riparazioni navali. Si tratta di una joint venture tra la Palumbo Group Napoli e la Nuova Meccanica Navale (unasocietà partecipata anche dal gruppo Msc). Insomma un nuovo sodalizio che investirà circa venti milioni di euro nell'acquisto di un nuovo bacino galleggiante di carenaggio, da collocare nel porto di Napoli. Dopo anni di controversie e denunce, culminate anche in processi penali, ora i due gruppi gestiranno insieme la nuova struttura. Il bacino consentirà allo scalo partenopeo di ampliare in maniera significativa la propria capacità di cantieristica navale in particolare nel settore delle grandi riparazioni , fronteggiando così l'aumentata concorrenza da parte di altri poli nazionali e internazionali.

Soddisfazione per l'intesa raggiunta. L'iniziativa è stata approvata dal Comitato di gestione dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare Tirreno Centrale, che ha dato il via libera alla concessione demaniale trentennale per la collocazione del nuovo bacino. Il presidente Pietro Spirito, ha espresso soddisfazione per la ripresa degli investimenti produttivi nel settore della riparazione cantieristica nel porto campano, dopo una fase di stagnazione durata diversi anni. In questo modo - ha sottolineato Spirito - si pongono le basi per un rilancio del settore, con una positiva alleanza produttiva tra due operatori di rilevante dimensione,
 
Ma veniamo al dettaglio dell'intesa La neocostituita joint venture procederà all'acquisto e al successivo trasferimento a Napoli di un bacino di carenaggio lungo 230-250 metri e largo 50. Si rispetteranno, dunque, le specifiche indicate dall'Autorità di Sistema Portuale del Mare Tirreno Centrale relative all'ormeggio e al bacino di evoluzione della nave in entrata. Il piano industriale della Napoli Dry Docks prevede un'occupazione annua del bacino pari a circa 300 giorni. Nella struttura sosteranno 20-25 navi all'anno, con una permanenza media di 15 giorni. Numeri rilevanti, si stima che l'investimento avrà un impatto sull'occupazione molto rilevante: la media occupazionale si aggirerà sulle 250/300 persone a pieno regime. Inoltre ci saranno significative opportunità di lavoro per aziende di servizi quali rimorchiatori, agenti marittimi, piloti e fornitori.

Il bacino di carenaggio, secondo gli accordi raggiunti, permetterà inoltre ai soci di sviluppare al meglio il loro core business, utilizzando a pieno regime le banchine già in concessione a supporto delle attività di bacino. Questa iniziativa getta dunque le basi per una nuova fase di sviluppo dello scalo partenopeo che rappresenta un polo strategico per i traffici nel Mediterraneo , incentrata sulla ripartenza di un settore di cruciale importanza come quello della cantieristica navale.
 
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