Napoli, Anm passepartout dei portoghesi: solo tre su dieci pagano la multa

Napoli, Anm passepartout dei portoghesi: solo tre su dieci pagano la multa
di Pierluigi Frattasi
Giovedì 26 Aprile 2018, 07:00 - Ultimo agg. 13:34
5 Minuti di Lettura
Il fenomeno dei viaggiatori a scrocco sui bus è un vero e proprio macigno che pesa sui conti dell'Anm. Una voragine che oggi vale oltre 24 milioni di euro di multe iscritte a ruolo da cinque anni che rischiano di non essere mai riscosse, se si pensa che il recupero delle sanzioni degli anni precedenti viaggia su percentuali di incasso che oscillano tra lo 0 e l'1% all'anno. Non solo oltre la metà dei passeggeri non fa il biglietto, ma tra quelli che vengono beccati dai controllori quasi il 70% non paga la sanzione. La percentuale di riscossione a due mesi dall'elevazione del verbale è ferma al 34%. Un vero e proprio buco nero che cresce di oltre mezzo milione di euro all'anno. Mentre quasi un quarto delle contravvenzioni viene annullato per diversi motivi: mancanza del documento di riconoscimento, mancato riscontro anagrafico o tributario, mancato recapito postale, perché l'indirizzo fornito risulta sconosciuto o il multato irreperibile o trasferito, o, ancora, per accertata inesigibilità, perché senza reddito o senza fissa dimora. Infine, c'è anche la quota degli abbonati che avevano dimenticato il tesserino a casa: in questi casi, infatti, la multa viene cancellata se si esibisce successivamente l'abbonamento agli sportelli Anm, e si paga una sanzione fissa di 6 euro. È quanto emerge dal dossier sulla lotta all'evasione inviato dall'Anm al Tribunale Fallimentare che punta i riflettori sugli anni dal 2012 al 2017.
 
Il problema dell'evasione porta perdite all'Anm per oltre 15 milioni di euro all'anno. Soldi in meno che purtroppo non possono poi essere reinvestiti per migliorare il servizio di trasporto o per fare le manutenzioni e i mezzi si rompono sempre più di frequente. Anche ieri la Funicolare di Chiaia si è fermata per 2 ore e mezza (dalle 11,30 alle 14) a causa di un guasto tecnico. Era accaduto già la settimana scorsa. E lunedì è toccato a quella di Mergellina. Dai dati del dossier si evince che negli ultimi 5 anni, il numero delle multe a chi viaggiava senza biglietto è cresciuto dalle 29mila del 2012 alle 36mila del 2017, con un grosso calo, però, proprio nell'ultimo anno. Due anni fa le multe emesse erano 40.151, quasi 4mila in più. Crolla anche la percentuale di riscossione immediata a bordo, fatta direttamente dai controllori, che scende dal 18% al 13%, mentre quella entro i 60 giorni cala dal 22,3% al 20,7%. Cresce poi il peso dei ruoli da 23,6 a 24,4 milioni di euro, ma diminuiscono gli incassi dai recuperi dallo 0,57% allo 0,38%. Negli ultimi mesi (da giugno 2017 a marzo 2018) il numero dei verbali è continuato a calare del 15%, mentre è migliorata del 22% la riscossione.

Da qui, la svolta impressa dal nuovo management aziendale, da aprile, con le task force ai tornelli delle stazioni del metrò e l'avvio della controlleria unica. La procedura delle sanzioni agli evasori è divisa in diverse fasi. L'importo della multa varia a seconda del costo del biglietto (se è urbano o extraurbano) e viene elevata dai controllori che hanno funzioni di agenti di polizia amministrativa. Se si viene colti senza ticket da 1,10 euro su un bus in città, ad esempio, si può fare la conciliazione immediata a bordo (ridotta al 30%) di 24 euro. Se non si può pagare subito, il controllore, allora, fa il verbale.

In questo caso si può saldare la multa entro 5 giorni, con la riduzione del 50% (49,10) o entro 60 giorni al prezzo pieno (71,10 euro). Scaduti i due mesi, scatta l'ordinanza di ingiunzione e ci sono altri 30 giorni per pagarla o per contestarla al giudice di pace. Dopodiché, la multa viene iscritta a ruolo per la riscossione coatta. Nei mesi da giugno 2017 a marzo 2018, i verbali elevati sono diminuiti del 15% rispetto allo stesso periodo del 2016-2017. Numeri che si spiegano in parte anche con la diminuzione complessiva dei controllori, passati dai 126 di luglio 2017 ai 91 di febbraio 2018 (-28%). Si tratta in parte di un effetto collaterale della riorganizzazione del personale. Molti verificatori di biglietti, infatti, fino all'anno scorso erano ex autisti dichiarati inidonei temporanei, poi reintegrati alla guida dopo le visite mediche di novembre. A questi si aggiungono, poi, i neo-pensionati e i distacchi al Consorzio Unico Campania. Se cala il numero delle sanzioni, però, migliora invece quello della riscossione, che segna un incremento degli incassi di 50mila euro in più. In Anm, quindi, sono fiduciosi di poter migliorare i dati non appena arriveranno i nuovi controllori in strada. Il piano di riqualificazione del personale già in atto prevede 60 verificatori e 25 ausiliari del traffico in più, reclutati dagli esuberi. Il miglioramento del dato della riscossione è dovuto a diversi fattori, come l'adozione di nuovi sistemi informatici per lavorare le pratiche, che hanno abbassato il rischio di errori manuali. Tra le novità del 2017 c'è la convenzione siglata tra Anm e l'Agenzia delle Entrate (Siatel) lo scorso giugno che ha esteso le indagini sull'anagrafe tributaria dei contravventori a tutto il database nazionale, sostituendo la vecchia procedura che si limitava a incrociare solo i residenti a Napoli.

Il nuovo sistema consente di acquisire l'ultimo indirizzo di residenza di ogni singolo utente, riducendo il numero dei cosiddetti sconosciuti-trasferiti nella fase di notifica da parte di Poste Italiane. Ma non finisce qui. L'azienda ha puntato ad accelerare anche i tempi delle istruttorie che vanno dall'emissione della sanzione fino al ruolo esattoriale, in modo da scongiurare il rischio della prescrizione. Ma quali sono gli ultimi numeri della lotta all'evasione? I verbali elevati tra la metà del 2017 e l'inizio del 2018 sono 19.836: il 15% in meno, secondo il report, del 2016-2017. Di questi, i verbali incassati sono 5.830, per un totale di 227mila euro (+22%). Mentre le penali elevate sono 2.166, pari a 114mila euro. Su un altro versante, Anm mira ad aggredire la massa delle multe arretrate, ma non ancora incassate. Un vero e proprio tesoretto, se si pensa che per sanzioni risalenti ai primi 6 mesi del 2013, l'anno scorso Anm ha emesso 11mila ordinanze di ingiunzione per un valore di 1,6 milioni di euro. Di questi, sono stati incassati circa 55mila euro (360 multe). Infine, ammontano a circa 4.800 i ruoli esattoriali per le ordinanze emesse nel secondo semestre del 2012 e nel 2013, per un valore di 1,8 milioni. L'Agenzia delle Entrate ha già riversato all'Anm 114mila euro: il 45% in più. Il 2017 è stato segnato anche dal passaggio da Equitalia all'Agenzia delle Entrate Riscossione, avvenuto a fine giugno. Anm ha dovuto iscrivere a ruolo col nuovo gestore tutte le partite ancora in sospeso. Tra i prossimi passi, è prevista l'informatizzazione di tutta l'attività burocratica in modo da iscrivere a ruolo automaticamente le sanzioni, risparmiando tempo e riducendo il rischio di contenziosi. Sul fronte delle multe per la sosta selvaggia, invece, gli ultimi mesi segnano una vera e propria impennata degli incassi, con aumenti fino al 400%, come nella zona di via Medina. In 6 mesi sono stati accertati circa 100mila verbali.
© RIPRODUZIONE RISERVATA