Napoli, tombini aperti: a Scampia i residenti lanciano l'allarme

Il rischio di precipitare è concreto, così come è concreto il rischio di farsi male seriamente

La protesta
La protesta
di Antonio Folle
Domenica 24 Marzo 2024, 18:22 - Ultimo agg. 18:27
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«No al turismo dell'orrore». Questo è lo slogan che qualcuno ha lasciato su uno dei muri della famigerata vela gialla, uno dei complessi di edilizia popolare costruiti negli anni '60 e che, almeno in teoria, dovevano rappresentare un simbolo di rinascita del quartiere e che, invece, si sono trasformati in uno dei simboli del suo degrado. I progetti ed i finanziamenti per l'abbattimento delle vele di Scampia sono pronti, la maggior parte degli abitanti ha sgomberato ormai da tempo, ma lo squallore che caratterizza quei luoghi è rimasto pressochè intatto. Dieci giorni fa i residenti superstiti della vela gialla, supportati dal Comitato Diritti Essenziali, avevano inviato una serie di pec a Comune e Municipalità per segnalare come ormai da diverso tempo i condotti fognari siano del tutto privi di tombini. Il rischio di precipitare è concreto, così come è concreto il rischio di farsi male seriamente.

Le fenditure del sottosuolo, infatti, in alcuni casi raggiungono l'altezza di un metro, altezza più che sufficiente a provocare gravi ferite. E i più esposti al rischio sono, ovviamente, bambini e anziani. In alcuni punti le fognature non protette dai tombini sono state coperte alla buona con qualche lastrone metallico, in altri casi le buche del sottosuolo sono state colmate da rifiuti o materiali di risulta.

Ma non è di certo l'intervento di messa in sicurezza che gli abitanti del luogo si aspettavano.

All'interno della vela gialla vivono, ad oggi, alcune decine di famiglie, quasi tutte di origine napoletana. Nella vicina vela rossa, invece, ad oggi vivono circa una ventina di famiglie di etnia rom. Il degrado dei sotterranei e delle cantine dei due edifici è proverbiale: la quantità di rifiuti è impressionante, così come è impressionante il disinteresse istituzionale e l'inciviltà di chi, negli anni, ha contributo alla crescita di una maxidiscarica. Una vera e propria bomba ecologica all'interno della quale è possibile trovare di tutto: dalle carcasse di auto semi-smontate ai pezzi di mobilio. 

 

«Le criticità di sicurezza e igienico – sanitarie segnalatoci da alcuni residenti di Scampia sulla Vela Gialla, sono state verificate e comunicate agli uffici competenti del Comune di Napoli e all’ottava Municipalità il 14 marzo - afferma Patrizia Bussola del Comitato Diritti Essenziali - prendiamo atto della pronta disponibilità della dottoressa Lieto, vicesindaco di Napoli, che ha allertato subito gli uffici preposti. Purtroppo anche nelle scorse ore abbiamo trovato la stessa situazione rilevata il 13 marzo. Tra l’altro sempre ieri tutto il viale, prospiciente la vela gialla, era occupato da una decina di furgoni e camion di una produzione cinematografica. Ci aspettiamo - continua Bussola - perlomeno la messa in sicurezza, da subito, di tombini e buche. Continuiamo a credere nella pratica della democrazia partecipativa, convinti che possa contribuire a rendere migliore la vivibilità urbana della nostra città, purtroppo la burocrazia amministrativa, da queste parti, è ancora un ostacolo culturale».

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