Napoli, ecco la stazione San Pasquale
viaggio nel metrò «sommerso»

Napoli, ecco la stazione San Pasquale viaggio nel metrò «sommerso»
di Paolo Barbuto
Domenica 22 Gennaio 2017, 10:46
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Pensi di entrare in un cantiere, ti ritrovi all’interno di un’avveniristica stazione che è un’opera d’arte e sembra già pronta ad essere travolta dai passeggeri, così la prima domanda che ti viene è: ma i treni inizieranno a passare di qui già domani? La risposta ve la diamo subito, occorrerà almeno un altro anno prima dell’apertura ufficiale. Questioni di sistemazione millimetrica dei binari e di lavori alla porzione esterna, cioè all’area pedonale sulla Riviera di Chiaia, che prenderanno ancora un po’ di tempo. Però, credete a chi l’ha vista con i propri occhi, quella stazione già adesso è bella da mozzare il fiato.

Le maestranze osservano lo sguardo ammirato di chi vede per la prima volta il luogo, e sorridono: sentono quel posto come se fosse tutto loro, ne hanno vissuto i giorni duri della realizzazione, i momenti di difficoltà della sistemazione, i periodi di sosta forzata per la rimozione degli ordigni bellici e per gli studi degli archeologi. In quel posto gli operai entrano da otto anni, e adesso che la stazione è pronta, ed è bella come l’aveva pensata l’architetto Podrecca, sono felici di poterla finalmente mostrare: «Aspettiamo con ansia che entrino i viaggiatori, siamo in competizione con la stazione Toledo, siamo certi che la nostra sarà considerata ancora più bella», si danno di gomito e gongolano.

Secondo l’idea dell’architetto che l’ha disegnato, questo luogo doveva rappresentare il fondo del mare sul quale è adagiato il relitto di una nave e viene avvolto dalle reti dei pescatori di Mergellina. Adesso voi potete anche non credere al racconto di chi c’è stato, ma scivolando all’interno della stazione, la sensazione è esattamente quella prevista da chi l’ha progettata: scendi in fondo a un mare in movimento disegnato sulle pareti, vedi con i tuoi occhi il relitto che è piazzato giusto al centro ed è fatto di acciaio speciale dall’effetto ruggine dal quale si stagliano oblò in sequenza, proprio come quelli di una nave. Ti senti intrappolato in una rete che si arrotola proprio sopra la tua testa mentre imbocchi le scale mobili che portano verso la superficie.

«In effetti è proprio vero che i viaggiatori si ritroveranno in fondo al mare - spiega l’accompagnatore ufficiale dell’Ansaldo che si occupa della realizzazione dell’opera - i binari si trovano 22 metri sotto il livello del mare. Ma è meglio chiarire che la struttura è stata realizzata per resistere ad ogni minima infiltrazione». In effetti per iniziare a costruire questa meraviglia ipogea è stato necessario innanzitutto infilare nel terreno paratie profonde quaranta metri; poi, utilizzando pompe che notte e giorno risucchiavano l’acqua, è partita la realizzazione della «scatola» all’interno della quale infilare la stazione: materiale isolante, poi cemento, poi strutture per tenere tutto saldamente insieme: il racconto dei tecnici è affascinante. È decisamente più affascinante quel che si vede oggi lì, nella pancia della Riviera di Chiaia che è stata martoriata ma che oggi è diventata un gioiello.

«Lo è per davvero - dice con entusiasmo l’assessore ai trasporti Mario Calabrese - ma è soprattutto un segnale rivolto alla cittadinanza. La metropolitana è in cima ai pensieri dell’Amministrazione. Qui si lavora di buona lena e si va avanti». Sui tempi di apertura l’assessore cerca di essere ottimista ma chiede che un eventuale, piccolo, slittamento, non diventi motivo di polemica: «Entro la fine del 2017 tutto dovrebbe essere a posto, stazione e binari. Poi occorrerà qualche mese per le verifiche e i collaudi. Diciamo che nei primi mesi del 2018 il collegamento Mostra -San Pasquale potrà essere già attivo. In contemporanea contiamo di riuscire a imprimere una accelerazione ai lavori per la stazione Santa Maria degli Angeli e per quella di Arco Mirelli. Poi, entro la fine del 2019 arriveremo a piazza Municipio. Noi ci proveremo con tutte le forze, lo ribadisco, qui si lavora a ritmo serrato». Il tema dell’impegno costante è molto caro anche gli operai che sudano dentro al cantiere, tutti recitano, con amarezza la battuta comica che li insegue ormai da anni: «Dicono “ma la metropolitana la state costruendo o la state cercando?” - spiega con amarezza un uomo che ha dedicato gli ultimi dieci anni di vita e di lavoro alla stazione San Pasquale - Io rispondo raccontando delle notti insonni, dei giorni a lavorare sotto terra per fare in fretta. No, non stiamo cercando la metropolitana, stiamo costruendo un’opera che cambia il volto della città e per la quale ognuno di noi mette in gioco tutto se stesso».

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