Ma c'è dell'altro a parte i fondi da reperire senza alcun tipo di supporto istituzionale. La situazione si è fatta sempre più complicata anche per altre ragioni: «Negli ultimi anni - si legge infatti nella lettera - si è anche aggiunta la difficoltà nell'uso della Galleria dove i singoli locali sono occupati e dunque non più disponibili per l'allestimento delle cucine». Una situazione diventata ingestibile a causa della stessa mancanza di programmazione da parte del Comune che ha spinto anche gli otto stilisti napoletani a prendere carta e penna e scrivere a Luigi de Magistris per comunicargli tutto il loro sdegno per la vicenda legata all'allestimento delle luminarie. «Stando così le cose - concludono gli Amici della galleria - ci troviamo costretti a far saltare il pranzo che negli ultimi due anni si è svolto nella totale improvvisazione e solo grazie allo sforzo personale e finanziario degli organizzatori». Fin qui la lettera al sindaco e alla Clemente anche lei coinvolta nell'iniziativa.
La sensazione generale, quella che poi accomuna i contenuti delle lettere degli stilisti e dei volontari, è che l'interesse da parte del Comune non sia adeguato all'importanza degli eventi: «Così abbiamo scritto anche una lettera ai napoletani per spiegare che se abbiamo deciso di tirarci indietro non è stata colpa nostra - aggiunge Stefano Cimaglia - E la conferma l'abbiamo avuta quando la scorsa settimana a Palazzo San Giacomo sono state presentate tutte le iniziative di Natale e del pranzo in Galleria non se n'è proprio parlato». Dimenticato, rimosso, eppure a sedersi a tavola in quella Galleria lo scorso anno erano in 1500: primo, secondo, contorno e frutta con discorso di fine pasto di sindaco e assessore.