Una giornata sotto terra: in viaggio con i lavoratori della metropolitana di Napoli

Una giornata sotto terra: in viaggio con i lavoratori della metropolitana di Napoli
di Francesca Cicatelli
Venerdì 28 Luglio 2017, 09:39 - Ultimo agg. 13:02
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Andirivieni sotterraneo. Una vita parallela, come un magma umano, scorre nel sottosuolo di Napoli. È quella di macchinisti e impiegati della metropolitana che vivono un personale moto di rotazione della Terra: passano dall'alba al tramonto almeno dieci volte al giorno, entrando e uscendo da tunnel e aree di servizio per poi riaffiorare e rivedere la luce. Un lavoro ad alta tensione psicofisica con una soglia d'attenzione in modalità supervigile, non sempre avvertita da utenti e passeggeri.

In un video esclusivo il racconto di una giornata vissuta insieme con loro, dall'arrivo in deposito alle 5 al controllo dei treni passando per le attività della centrale operativa, che è in fase di upgrade (con sette postazioni di lavoro, pannelli multischermo, 72 monitor che raccolgono flusso ininterrotto di dati in arrivo da 600 telecamere, con una tenuta delle immagini per tre giorni, distribuite su 18 chilometri di rete e 18 stazioni).

Nella stanza dei bottoni ai Colli Aminei è in atto una rivoluzione tecnologica: progettata da Ansaldo nel 2009 con la collaborazione di Anm, è diventata un centro di telegestione all'avanguardia capace di seguire e regolare da remoto in tempo reale e per h24 il controllo della flotta e del flusso di passeggeri, la verifica dei sistemi di alimentazione, la diagnostica delle infrastrutture, dei treni e del segnalamento. Dalla gestione elettromeccanica dei processi si è passati quindi a una gestione totalmente computerizzata, con l'inserimento anche di unità operative e un nuovo quadro sinottico: il vecchio andrà ad «inaugurare un polo museale nella stazione di piazza Municipio che ospiterà, oltre al monitor, restaurato da un'associazione di amatori, anche altri oggetti legati ai trasporti», spiega Vincenzo Orazzo, direttore della Linea 1-Anm.
 


Raramente chi sale a bordo dei treni percepisce che alla guida dei mezzi c'è una parte umana. Per rendersene conto basta entrare nelle officine, nei depositi e nella cabina di comando di un treno. A bordo con il macchinista ci si accorge che a guidare i mezzi (pur se automatizzati quanto a velocità e dotati di arresto spontaneo) sono prima di tutto le emozioni e spesso, transitando in una stazione, si percorrono indelebilmente con la memoria, più volte al giorno, le tappe di ricordi anche spiacevoli, come quelli legati a suicidi o incidenti a cui hanno assistito i conducenti.

La centrale operativa dell'ex Metropoli oggi Anm, a seguito di una fusione che ha lasciato con l'amaro in bocca alcuni dipendenti «aggravando - denunciano - la posizione di Metronapoli, azienda in attivo, appesantita dai debiti di Anm», è un occhio indiscreto su una linea complessa perché profonda 50 metri, che trasporta 170mila viaggiatori al giorno con transiti di 40 milioni di passeggeri all'anno per un consumo di altrettanti milioni di kilowattora (per un costo complessivo di 5 milioni di euro all'anno). Ben 220 tra ascensori e scale mobili, piani illuminati e aree di circolazione treni si sommano ai consumi dell'azienda, maggiori rispetto ad altre metropolitane italiane per via di pendenze della rete, che arrivano fino al 5,5 per cento, uniche al mondo.

Nove i treni (all'avanguardia con frenatura elettromagnetica) in circolazione ogni 9 minuti. Molte le criticità e le crisi: almeno una ogni due mesi. Per non parlare delle corse spesso poco frequenti. Molti utenti chiedono come mai un treno a volte circoli in un verso e nell'altro no: «È dovuto - spiegano - all'handicap dello smistamento dei binari che avviene ancora in sole quattro stazioni di servizio. I ritardi sono imputabili alla carenza di treni o a guasti, oppure a fermi per pulizie a causa del vandalismo».

Racconti, calpestii, mormorii, sorrisi e pianificazione: a interrompere il logorio quotidiano episodi a volte buffi, a volte strazianti.
Alcuni dipendenti conservano l'impostazione gerarchica delle ex Ferrovie dello Stato quando si prestava ancora giuramento. E poi ci sono gli sguardi sui monitor di chi assiste a scene stravaganti di persone che agiscono indisturbate sulle banchine dei treni: come l'episodio di una madre che, dopo aver sistemato a bordo il passeggino, resta a terra mentre le porte si chiudono, o come le scene di passione in ascensore (dove pure ogni attimo viene immortalato dalle telecamere) fino alle giornate in cui si sente in sottofondo la telecronaca della partita del Napoli: quando gli azzurri fanno gol i manutentori esultano urtando con gli elmetti sotto il treno.

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