Piazza Mercato sempre più vuota, il degrado avanza nel cuore di Napoli

Piazza Mercato sempre più vuota, il degrado avanza nel cuore di Napoli
di Antonio Folle
Domenica 1 Luglio 2018, 08:30
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Le immagini di piazza Mercato popolata da migliaia di persone in arrivo da tutto il Mezzogiorno per acquistare all'ingrosso dai tantissimi commercianti della zona rischiano di essere solo un lontano ricordo. La concorrenza spietata del Cis di Nola, il degrado dilagante, la carenza di parcheggi e, in ultimo, i numerosi cantieri stradali rappresentano un mix mortale per un quartiere dall'antichissima vocazione commerciale che si sta lentamente e inesorabilmente svuotando. In molti, a cominciare dai residenti, hanno più volte chiesto alle diverse amministrazioni comunali che si sono succedute negli anni di rivalutare anche ai fini turistici piazza Mercato senza ottenere, almeno per il momento, alcun intervento concreto. Secondo le stime del consorzio Antiche Botteghe Tessili la percentuale di attività commerciali chiuse raggiungerebbe oggi la preoccupante cifra dell'80%. Su 10 negozi presenti a piazza Mercato e più in particolare in tutto il quartiere Mercato 8 sono stati chiusi per fallimento.
 
In questi ultimi mesi i pochi commercianti sono alle prese con lo spinoso problema dei cantieri stradali. I cantieri Unesco da un lato e i lavori per la Linea 1 della Metropolitana dall'altro hanno letteralmente paralizzato il quartiere. In molti puntano il dito contro il Comune di Napoli responsabile, secondo i commercianti, di non aver concordato il cronoprogramma dei lavori con chi, quel quartiere, lo vive ogni giorno.

Emblematica la situazione di via Ludovico Bianchini, dove i lavori Unesco sono fermi a causa della presenza di alcune impalcature installate dal Comune e mai rimosse da oltre tre anni nonostante gli accorati solleciti. Nel tempo lo stabile pericolante recintato è stato occupato abusivamente da alcune famiglie e le impalcature hanno creato una pericolosa fase di stallo che rende impossibile la prosecuzione dei lavori per il rifacimento della strada.

Luigi Piscopo, Abramo Solombrino, Mario Riccio e Alessandro Tolino sono solo alcuni degli ormai pochi commercianti che stoicamente ancora resistono a piazza Mercato. Per Diego Scognamiglio non c'è stato più niente da fare. Dopo oltre trent'anni di lavoro, infatti, l'azienda fondata da suo padre ha messo in liquidazione le ultime giacenze di magazzino e chiuso definitivamente i battenti lo scorso venerdì. Destino a cui sembrano ormai essere tristemente avviate le ultime botteghe superstiti che ormai non riescono più a tenere il passo. Il quartiere Mercato è un vero agglomerato di ricchezze storico-culturali che non vengono adeguatamente valorizzate. I lavori Unesco con il loro carico di polemiche hanno lo scopo di rivalutare il quartiere ma, con ogni probabilità, non riusciranno da soli a risollevare le sorti di un territorio dove i turisti sono solo un miraggio. I lavori infiniti al campanile della Basilica del Carmine, la chiusura della chiesa di Santa Croce al Mercato tempio che ospita il cippo dove, secondo la tradizione, fu decapitato Corradino di Svevia , i lavori interrotti sulla vicina via Marina, le pessime condizioni degli esterni della chiesa di Sant'Eligio, ormai completamente ricoperti di graffiti e diventati rifugio di clochard, sono solo alcuni dei problemi che imporrebbero una seria riflessione all'amministrazione comunale sul futuro del quartiere.

«I commercianti e i residenti di piazza Mercato hanno ragione su tutta la linea ha dichiarato il presidente della Commissione Lavori pubblici del Comune di Napoli Nino Simeone proprio nelle scorse ore ho chiesto una commissione congiunta con i dirigenti del progetto Unesco per cercare di trovare una soluzione. I cittadini sono praticamente intrappolati ed è necessario migliorare il coordinamento tra chi sta eseguendo i lavori e i sacrosanti diritti di chi vive e lavora nel quartiere. Nelle prossime ore mi farò promotore di una ulteriore iniziativa per la risoluzione del problema delle vergognose impalcature di via Ludovico Bianchini».
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