Marcia della legalità, lo strappo di Chiaia: «Noi non saremo in piazza»

Marcia della legalità, lo strappo di Chiaia: «Noi non saremo in piazza»
di Mariagiovanna Capone
Sabato 13 Gennaio 2018, 10:04 - Ultimo agg. 11:44
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Divisi, spaccati, frammentati. La Marcia per la vivibilità e la legalità in programma stamane sta mettendo in evidenza tutte le differenze, soprattutto politiche ed ideologiche, tra i comitati cittadini. Da una parte c'è l'organizzatore della manifestazione Gennaro Esposito che, con il Comitato per la Quiete pubblica, è riuscito a raccogliere numerosi consensi e adesioni anche molto eterogenee, dal mondo della scuola ai comitati di quartiere passando per associazioni per la legalità e culturali. Dall'altra c'è Chiaia, sia come Municipalità che come Comitato Viva e Vivibile, che preferisce restare a casa e non partecipare «a una manifestazione chiaramente politica», senza arroccarsi però, per «continuare il dialogo con le istituzioni». Un paradosso visto che la conclusione della Marcia sarà proprio a Chiaia. La partenza è prevista alle 10,30 da piazza Matteotti «per gridare al questore le nostre istanze di legalità e vivibilità» per poi fare tappa a piazza Municipio «per chiedere al sindaco di fare il suo lavoro e adottare i dovuti provvedimenti» e infine piazza del Plebiscito «per chiedere al prefetto di intervenire per la grave compromissione della legalità e vivibilità cittadina e al sovrintendente ai Beni Artistici e Monumentali della provincia di Napoli di vigilare sul nostro patrimonio artistico e monumentale, concretamente e non solo sulle carte, con inutili orpelli burocratici». La Marcia proseguirà lungo via Chiaia, via Cavallerizza, largo Ferrandina, vicoletto Belledonne, via Alabardieri, ossia dove insistono decine di baretti, tra le strade teatro di violenti episodi criminosi, e terminerà in piazza dei Martiri. La gente del quartiere tuttavia non ci sarà. Guarderà dalla finestra il corteo dei manifestanti.
 
«Non partecipo» ribadisce il presidente della Municipalità Francesco de Giovanni. «Ho letto il programma e a colpirmi sono le invettive contro prefetto e questore con cui abbiamo intrapreso un rapporto di condivisione, dialogo e hanno risposto a numerose nostre richieste. Di giorno protestiamo sotto le loro finestre, e la sera chiediamo supporto per la movida selvaggia? Sarebbe paradossale. Ricopro un ruolo istituzionale e se ci sono problemi li risolvo dialogando, non con la protesta. Anzi prosegue la sinergia con il prefetto è tale che a breve partiranno azioni precise per incentivare la sicurezza a Chiaia». Ma a infastidire de Giovanni è stato anche «il modo con cui si è offerta solidarietà ossia camuffandolo, perché è abbastanza chiaro il messaggio politico dietro questa iniziativa. Sarebbe stato un gesto molto più gradito se Gennaro Esposito, che non ho mai incontrato e non so nemmeno che faccia abbia, fosse venuto in Municipalità a offrirci solidarietà. Apprezzo comunque e ringrazio, ma non ci sarò». Stessa opinione anche per Fabio Chiosi, consigliere e assessore agli Affari generali al parlamentino di Chiaia: «Non partecipo perché non sono d'accordo nel manifestare contro prefetto e questore che sono stati sempre vicini alla Municipalità su ogni richiesta. Sarebbe stato diverso se la marcia avesse avuto come scopo quello di manifestare solo sotto Palazzo san Giacomo: allora sì che ci sarei stato». Caterina Rodinò, presidente del Comitato Chiaia Viva e Vivibile, precisa «che da sempre corriamo su binari paralleli con il Comitato alla Quiete pubblica. Il fine sarà anche lo stesso, ma le modalità sono assai differenti. Esposito avrebbe voluto fagocitare anche il nostro comitato, poiché il suo obiettivo è di gestirli tutti. Noi invece siamo separati da quella realtà, abbiamo approcci diversi. Preferiamo lavorare con discrezione, senza manie di protagonismo e portare a casa i risultati, come sta già avvenendo».
 
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