«Napoli città dello sport?», lo sfogo di Cuomo jr sulla chiusura dello stadio Collana

Veduta aerea dello stadio Collana
Veduta aerea dello stadio Collana
di Diego Scarpitti
Lunedì 19 Febbraio 2018, 17:15
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Sport drammaticamente negato. Impietoso il conto dei giorni dalla chiusura dello stadio Collana. Ammontano precisamente a 391, come rileva sulla sua pagina Facebook Valerio Cuomo, due volte campione di scherma under 20 nel 2016 e 2017 e vincitore della Coppa del Mondo lo scorso anno. Cancelli sbarrati da parecchio, troppo. Un lasso di tempo che si dilata sempre più e diventa insostenibile. In pratica un anno e 26 giorni fino ad oggi. Di perdurante agonia, di attesa spasmodica. Il talentuoso schermidore, privo di una pedana e di una palestra dove allenarsi quotidiamente in pianta stabile, per preparare al meglio i suoi impegni agonistici e dare continuità ai brillanti risultati già riportati, -all’orizzonte si staglia il Mondiale di categoria-, ha trascorso una settimana di allenamenti in Piemonte, ospite del club «Isef Torino» e ringrazia per l’opportunità concessa il maestro Guido Marzari. Rientrato a Napoli, l’atleta figlio d’arte, - suo padre Sandro, oro olimpico ad Atlanta '96, guida la Nazionale italiana di spada -, si è scontrato con la nota criticità. «Ho elemosinato uno spazio, (come ormai mi sono abituato a fare), e sono stato accolto nella palestra di mio zio Aldo (fortuna che mio zio ne ha una) al Circolo Nautico Posillipo».

Napoletana arte di arrangiarsi, facendo di necessità virtù. Ma nello sport come nella vita non può prevalere l’improvvisazione: persistono incognite su dove e quando tirare di scherma. «Stasera se c'è spazio, faró lezione, confluiamo tutti nella stessa fascia oraria. I tecnici, sempre tutti con una santa pazienza, non solo devono pensare a farci allenare con la migliore qualità possibile, ma devono prima soprattutto pensare a montare e smontare le pedane tutti i giorni. Questo perché siamo ospiti della scuola superiore Enrico de Nicola», prosegue il suo sfogo l’atleta napoletano. Il giovane Valerio non demorde e si affida agli affetti dei suoi cari. «La famiglia non ha mollato in questo momento di difficoltà, nonostante risultasse sempre più faticoso continuare così». Vorrebbe risposte, rassicurazioni, soluzioni al problema. «Ho smesso anche di fare domande a mio padre che ci sta spendendo il sangue dietro a questa storia. Spiegatemi perché se avessi voglia di sognare un'Olimpiade, me ne devo andare dalla mia città, abbandonando i miei compagni di sala e i miei amici».

Guarda con scetticismo ai Giochi universitari previsti per il 2019 in Campania e avanza non pochi dubbi di sorta. «Ho stretto la mano a persone che hanno detto che mi avrebbero aiutato, muovendo Napoli verso lo sport, verso le Universiadi (c'è chi ha pensato anche di ospitare le Olimpiadi)». Infine il j’accuse amaro e indignato al contempo. «Ma siete seri? Io vedo tutto fermo e nel frattempo, mentre tutto è fermo, mi sono abituato a non avere sede, perché la mia è decisamente quella meno affidabile. 391 giorni da quando «per il bene dello sport» sono stato messo fuori dalla mia palestra e da quando, paradossalmente, la sacca di scherma è diventata la mia migliore compagna di viaggio». Valerio Cuomo ricorda precisamente la data della chiusura del Collana: 26 gennaio 2017. Quando la riapertura della struttura vomerese, non è dato sapere. 
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