Una casa-tugurio a due sorelline disabili, la denuncia del papà: «Ci hanno tolto la dignità»

Una casa-tugurio a due sorelline disabili, la denuncia del papà: «Ci hanno tolto la dignità»
di Giuliana Covella
Lunedì 4 Dicembre 2017, 19:28 - Ultimo agg. 21:08
3 Minuti di Lettura
Il Comune assegna una casa-tugurio con un vano murato a due sorelline disabili, il papà e la mamma scrivono alla Procura. La denuncia è di Salvatore Caputo e Carmela Franchi, genitori di due bambine portatrici di handicap di 10 e 16 anni.

Il nucleo familiare, dopo 13 anni di lungaggini burocratiche, si è visto assegnare dal Comune un anno e mezzo fa un alloggio in vico Santa Margherita a Fonseca al Rione Stella. La casa, ex alloggio del custode della scuola in cui si trova (è all’interno del complesso seicentesco dell’istituto comprensivo Vincenzo Russo), è al primo piano ed è completamente devastata. «Sulla carta c’è scritto che è di 57 metri quadri - spiegano i coniugi - ma in realtà un vano è stato murato e assorbito abusivamente da un vicino, che abita nell’appartamento attiguo».

I genitori hanno inviato finanche un esposto in Procura per presunte “anomalie” nella graduatoria che da primi li ha visti scendere al decimo posto e quindi non destinatari di un alloggio pubblico per le due figliolette disabili. Ma c’è finanche una perizia degli ingegneri del Comune secondo cui in quell’appartamento, dove ovunque ci sono barriere architettoniche, le due bimbe non possono vivere. L’immobile è inidoneo: infiltrazioni al soffitto e alle pareti, servizi igienici inesistenti (nel vano bagno c’è soltanto il water e null’altro per lavarsi).

«Sul verbale che abbiamo firmato c’è scritto a chiare lettere che accettavamo l’alloggio con una clausola ben precisa: “in attesa di lavori di ripristino”- tuonano i due coniugi -. Lavori che ovviamente fino ad oggi non sono stati mai fatti». Intanto la famiglia ha dovuto prendere in fitto una casa a San Pietro a Patierno, quartiere di cui è originaria, «ma non possiamo più sostenere il fitto, perché mio marito fa lavori saltuari e io non posso lavorare dovendo accudire le mie figlie. Ci hanno tolto la dignità», dice la coppia.
 
 

Una soluzione è stata prospettata dalla dirigente scolastica dell’istituto comprensivo Oriani-Guarino, Daniela Oliviero, che ha scritto al dirigente del servizio Politiche per la casa del Comune indicando l’ex alloggio del custode, ora libero, in via Pascale, accanto alla scuola.

A segnalare il caso della famiglia Caputo è Armando Coppola, presidente dell’associazione Napoli in sinergia: «Questa situazione dimostra come il Comune nel momento in cui prende possesso del proprio patrimonio non riesce a gestirlo, assegnando delle abitazioni senza accertarne le condizioni. E sulla pelle dei cittadini, specie dei disabili come in questo caso, si scarica l’inefficienza dell’amministrazione comunale. L’alloggio in questione è fatiscente, con una quadratura non corrispondente a quanto scritto sulla carta. E il Comune non riesce nemmeno ad attuare un  controllo sui propri immobili. Ci troviamo di fronte alla disperazione di un padre che reclama un diritto per le proprie figlie, che dimostra il totale fallimento della giunta de Magistris».
© RIPRODUZIONE RISERVATA