«Casa del Cinema» in saldo: dossier alla Corte dei Conti

«Casa del Cinema» in saldo: dossier alla Corte dei Conti
di Pierluigi Frattasi
Sabato 3 Novembre 2018, 08:00
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Il piano nobile dello storico Palazzo Cavalcanti, di proprietà del Comune, assegnato dallo scorso settembre alla «Casa del Cinema» - l'ufficio municipale che si occupa dell'accoglienza delle case cinematografiche che vengono a girare film a Napoli dietro un «rimborso spese forfettario di soli 900 euro al mese, contro circa 2mila euro di affitto al mese previsti per locali di tal pregio al centro storico. Non solo, perché la delibera di assegnazione prevedeva, invece, di coprire le spese attraverso l'istituzione di una tariffa a carico dei privati, finora mai avvenuta». È la vicenda ricostruita in un dossier del gruppo consiliare M5S, firmato dai consiglieri Matteo Brambilla e Marta Matano, e depositato anche alla Corte dei Conti.
 
Ma l'amministrazione non ci sta: «Non si può ragionare in termini ragioneristici ristretti replica Nino Daniele, assessore alla Cultura e al Turismo La Casa del Cinema sta facendo un grande lavoro, sta portando a Napoli tante produzioni internazionali, per un enorme ritorno di immagine ed economico, che non si può calcolare al metro quadrato. Abbiamo previsto un anno di gestione sperimentale: al termine di questo periodo valuteremo l'istituzione della tariffa. In questi anni, Napoli è diventata una delle capitali del cinema, location tra le più importanti d'Italia. Le case che girano qui pagano i servizi, assumono giovani, migliaia di comparse, decine di tecnici, muovono l'economia di alberghi e ristoranti. Forniscono formazione e stage. Siamo soddisfatti della Casa del Cinema e vogliamo costruire anche altri spazi dove questo può accadere».

La storia parte a settembre 2017, quando la giunta approva il progetto per trasferire la «Casa del Cinema» a Palazzo Cavalcanti, in via Toledo. La delibera è accompagnata da un emendamento che rimanda «all'esito della fase transitoria-sperimentale, l'eventuale definizione, qualora necessario, di un servizio a domanda individuale». Sempre a settembre viene firmata una prima convenzione, che prevede «a decorrere dal 12 marzo 2018, un rimborso spese forfettario di 500 euro al mese per l'utilizzo dei locali di Palazzo Cavalcanti. Si aggiunge una seconda convenzione, con rimborso da 300 euro al mese, a decorrere dal 31 luglio. E, infine, una terza da 100 euro, dal prossimo 2 maggio».

Quindi in totale circa 900 euro al mese. Ma il progetto di allestimento della Casa del Cinema, intanto, viene finanziato, secondo il dossier, «con fondi del bilancio comunale e non con la tariffa». Tra le spese coperte in questo modo vi sarebbe quella del 21 giugno «per l'acquisto di materiali e suppellettili». Il tutto, però, sottolinea il documento, «nonostante l'attività di cohousing - prevista dalla delibera sulla Casa del Cinema - non rientri tra i servizi indispensabili del Comune. Che non sia precisata la durata della sperimentazione, mentre la modalità transitoria avviene nell'attesa della successiva proposta di attivazione del servizio a domanda individuale, che non è stato istituito nell'ambito della programmazione finanziaria 2018-2020». Cioè il bilancio approvato a marzo.

«Palazzo Cavalcanti prosegue il dossier - è un edificio storico nel cuore di Napoli. Il piano nobile è di particolare pregio e rilievo artistico ed architettonico, in buono stato di conservazione, il cui valore commerciale è di gran lunga superiore a quello percepito con le predette convenzioni, stimabile in almeno 2mila euro al mese (in luogo dei previsti 900 euro, quando concomitanti) tenuto conto del luogo, del prestigio, degli spazi disponibili, somma valutata come mero ricavo da locazione commerciale-abitativa». Ma non finisce qui. Il 7 giugno, il M5S deposita al Comune una proposta di delibera per istituire il Servizio a domanda individuale «Casa del Cinema» che prevede un costo annuale di 70mila euro per la gestione amministrativa e una copertura tramite tariffa di 28mila euro (pari al 39,78%). Ma la delibera conclude il dossier - è rimasta finora lettera morta. Infine, a settembre la Corte dei Conti ha imposto il blocco della spesa, congelando tutte le spese per servizi non indispensabili.
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