Movida napoletana da incubo: schiamazzi, musica alta, zero regole. E dal balcone piomba un vaso sulla folla

Movida napoletana da incubo: schiamazzi, musica alta, zero regole. E dal balcone piomba un vaso sulla folla
di Valerio Esca
Giovedì 19 Ottobre 2017, 00:00 - Ultimo agg. 20 Ottobre, 06:25
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Paura e tensioni nel cuore della movida dei baretti a Chiaia. Nella notte tra venerdì e sabato (stesso giorno dell’aggressione ai danni di un residente di via Aniello Falcone), intorno alle due, un cittadino, che vive al secondo piano di uno stabile di via Cavallerizza, angolo via Bisignano, ha lanciato dal suo balcone, su un gruppo di ragazzi, un vaso di terracotta con all’interno del terreno. La pianta ha sfiorato uno degli avventori prima di spaccarsi in mille pezzi sul manto stradale, a pochi passi dall’ingresso del baretto. In un video, girato da uno dei giovani che in quel momento si trovava all’esterno del locale, si sentono i ragazzi inveire contro il residente: «Scendi, scendi» gridano. «Ma che cos’è questa str… - incalza un altro - sai che potevi fare male a qualcuno?». Il residente replica minacciando di chiamare i carabinieri e sembra rientrare in casa.
 



A quel punto la tensione sale alle stelle ed uno dei giovani passa alle minacce: «Chiamali i carabinieri, ora ti vengo a sparare». E chiede ai presenti: «Ditemi dove si trova il portone del palazzo». Una persona che assiste alla scena (come si può ascoltare dall’audio) racconta ad un amico la dinamica: «Mi è arrivato dietro la schiena (riferendosi al vaso, ndr)». «Veramente ha lanciato un vaso?» ribatte l’amico. «L’ha tirato proprio addosso a Fortunato» prova a spiegare il ragazzo. In sottofondo si sente poi un altro ragazzo: «Chiamali tu i carabinieri», prova a suggerire. Infine un fuoricampo, probabilmente la voce di chi ha girato il filmato: «C’è gente che lancia i vasi…» sottolinea con tono attonito. Cala così il sipario sulla clip, 1 minuto e 22 secondi, che rappresentano la fotografia plastica dell’anarchia totale nella quale la movida napoletana oggi è costretta. Un fenomeno che andrebbe governato, come si fa in tutte le città più importanti d’Italia. Basti pensare che nel 2016 sono state 450 le ordinanze sindacali, in altrettanti comuni, per la regolamentazione della vita notturna, da Nord a Sud. Napoli è l’unica metropoli che negli ultimi sette anni ha deciso di non emanare ordinanze specifiche.

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