Lotteria Italia, è Napoli milionaria: «Ma chi ha vinto va protetto»

Lotteria Italia, è Napoli milionaria: «Ma chi ha vinto va protetto»
di Paolo Barbuto
Martedì 8 Gennaio 2019, 07:00 - Ultimo agg. 14:40
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Domenica sera Ciro Maniglia non s'è reso conto dello tsunami che stava per travolgerlo. Il biglietto da 2,5 milioni di euro che ha regalato a Napoli il secondo premio della Lotteria Italia è uno dei duemila che ha venduto nella sua edicola in piazza Principe Umberto ma lui se n'è accorto solo ieri mattina quando una folla di curiosi ha cominciato ad accalcarsi intorno al suo gazebo gonfio di giochini per bambini, gadget per i turisti e tanti giornali.

Quando s'è reso conto di essere lui il rivenditore fortunato, ha fatto una corsa alla cartoleria all'angolo, ha comprato un cartoncino e un paio di pennarelli e ha arricchito l'edicola con una sua locandina personale.
 
Solito copione, brindisi con gli amici (per le foto di rito e le riprese delle tv), parole di circostanza: «Spero che il vincitore si ricordi di me che gli ho portato fortuna», poi la lunga tiritera delle domande di «accerchiamento» per capire chi è il nuovo milionario napoletano. Del resto la zona è quello che è, finisce in vetrina solo per il degrado, sicché ritrovarsi al centro dell'attenzione per un evento gioioso diventa affare difficile da gestire. Dice di non avere la minima idea di chi sia il vincitore, Ciro Maniglia, e all'inizio gli credi perché snocciola i dati con puntualità, senza tentennamenti: «In tutto ho venduto duemila biglietti della Lotteria Italia, più del 70 per cento sono stati acquistati dai turisti che nel periodo delle feste sono stati tantissimi. Tutt'intorno ci sono alberghi, e molti bed and breakfast, qui era un viavai di gente che parlava nordico, secondo me il vincitore adesso sta festeggiando in alta Italia».

Quando la ressa di microfoni e telecamere s'è allontanata, Ciro abbassa la guardia, resta in compagnia del presidente municipale, Giampiero Perrella, che è venuto a complimentarsi con lui e a fare un selfie da postare sul suo profilo: «Da rappresentante di questo territorio ho voglia di raccontare questo evento, finalmente positivo, in una zona dove le difficoltà sono enormi e la vita di ogni giorno non è tutta rose e fiori».

Maniglia fa un cenno d'assenso abbassando il capo, la chiacchierata diventa più rilassata: lei certamente sa chi è il vincitore, perché non lo dice adesso, lontano dalla ressa di telecamere e microfoni? Il giovane uomo per un solo momento smette d'essere sorridente, si leva la maschera da rivenditore felice ed entusiasta, s'incupisce: «Io davvero non so chi ha in mano questi due milioni e mezzo di euro. Ma anche se lo sapessi continuerei a dire che non lo so, perché non voglio problemi, per me stesso e per chi ha vinto. Non voglio che venga qualcuno a impormi di rivelare il nome di un nuovo milionario da andare a stanare, non voglio che il vincitore venga avvicinato da persone che non vuole frequentare».

Non c'è nemmeno bisogno di leggere fra le righe per comprendere: è la solita storia di una città nella quale non si può nemmeno dire d'essere fortunati senza pensare di dover fare i conti con la malavita.

Giusto di fronte all'edicola, dall'altra parte della strada, sul muretto dei giardinetti c'è la solita crocchia di stranieri: gente dell'Est, ragazzi di colore, anche napoletani senza qualcosa da fare. Non sembrano (e forse davvero non sono) pericolosi, però sono una rappresentazione di drammatica difficoltà, di degrado, di disperazione: è esattamente quello che t'aspetti quando affronti piazza Principe Umberto.

A un angolo c'è la camionetta della polizia che da mesi garantisce un po' di tranquillità, almeno nelle ore diurne, a quella piazza: «Le cose sono realmente cambiate», sorride il rivenditore fortunato.

Ma il discorso non può virare verso la rinnovata tranquillità.

Il giovane edicolante ha appena parlato di preoccupazione, di necessità di tutela, vuol dire che la camorra è padrona della piazza? Le difese tornano alte, Maniglia reagisce veemente: «Ma che camorra. Ha provato a guardarsi intorno? Qui nessuno naviga nell'oro, nemmeno i commercianti, figuratevi che alla colletta per mettere l'illuminazione natalizia ha partecipato la metà dei negozianti perché in tanti, me compreso, non avevano la possibilità di versare nemmeno qualche decina di euro. Come volete che qualcuno venga a chiedere il pizzo o a decidere di comandare? Qui non c'è nulla, nemmeno la camorra. E ora pensiamo a goderci questo momento fortunato».

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