Fincantieri, in attesa di commesse Castellammare spera nella Zes

Fincantieri, in attesa di commesse Castellammare spera nella Zes
di Maria Elefante
Venerdì 28 Luglio 2017, 09:51
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«Fincantieri è ramificata in tutto il mondo, ma non in Italia. Bisogna capire cosa vuole fare qui». Antonio Santorelli è il segretario provinciale della Fiom. Di battaglie per lo stabilimento di Castellammare ne ha fatte tante. E adesso, dopo la decisione del governo francese di nazionalizzare i cantieri Stx, dovrà affrontare l'ennesima. Niente scioperi. Questa volta si combatte per far sedere attorno a un tavolo il gruppo triestino e le istituzioni. «La decisione della Francia costringerà i vertici Fincantieri a guardare a una riorganizzazione interna degli stabilimenti - spiega Santorelli - Adesso ci dovranno dire che cosa hanno in mente per i cantieri del Sud, quelli che subiscono anni di ritardo in termini di infrastrutture». I cantieri di Castellammare di Stabia sono ancora quelli costruiti dai Borbone. Con lo scalo a mare dove non si può realizzare una grande nave da crociera ma solo traghetti di dimensioni contenute. «Se si pensa che il futuro di un cantiere come quello di Castellammare sia il piccolo naviglio - continua Santorelli - allora non c'è più bisogno di Fincantieri ma bastano i cantieri a Napoli». La provocazione del sindacalista è riferita al fatto che anno dopo anno, il bacino di costruzione resta sulla carta, l'impianto rischia di diventare obsoleto e le sue professionalità - oggi in grado di costruire traghetti super tecnologici ed ecologici - rischiano di non potersi aggiornare. 

Oggi sullo scalo stabiese c'è un troncone. Uno di quelli che poi diventerà il centro, la poppa o la prua di una grande nave da crociera. Il segmento navale sul quale si sta giocando la partita Italia-Francia. Il nodo stabiese, invece, è rappresentato da una mancanza di commesse adatte. Come le quattro unità gemelle che Grimaldi commissionò a cavallo tra il 2007 e il 2009. Si trattava di traghetti Ro/Pax tra i più grandi del mondo con una lunghezza di 225 metri. E dopo otto anni l'unica nave che potrà occupare nuovamente tutta la lunghezza dello scalo a mare dello stabilimento è arrivata solo pochi giorni fa. Si tratta di una commessa militare, la Lhd, la porta elicotteri per la Marina militare. «Adesso con questa situazione francese, possiamo auspicare che non ci siano conseguenze negative sui carichi di lavoro dei cantieri di Castellammare che già sono poche (per il momento appunto la porta elicotteri) - spiega Giovanni Sgambati segretario generale della Uil Campania - Ma auspichiamo che il sistema Paese e la grande forza di Fincantieri sappia reagire a un atteggiamento che è fuori dal mercato. Quello francese è un comportamento che non aiuta la sana competizione tra le industrie europee. Adesso aspettiamo il voto della Camera al decreto sul Mezzogiorno». In quel decreto, Castellammare rimette le sue speranze. La sua presenza nell'autorità di sistema portuale del Tirreno Inferiore fa sì che si possa realizzare una zona economica speciale e «questo potrebbe essere un motivo di attrattivi per il cantiere». 

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