Crisi Ottimax, la Regione lancia la mediazione: «Scongiurare i licenziamenti»

Crisi Ottimax, la Regione lancia la mediazione: «Scongiurare i licenziamenti»
di Marco Di Caterino
Giovedì 17 Gennaio 2019, 14:00
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Crisi Ottimax, si muove la Regione. Convocato per domani un tavolo con azienda e sindacati per cercare una soluzione a quello che di fatto si prospetta come un licenziamento per i circa settanta lavoratori del colosso del fai da te aperto nel 2015 nel centro commerciale Le Porte di Napoli ad Afragola.

L'iniziativa parte da Nicola Marrazzo, presidente della commissione lavoro e attività produttive della regione Campania che in una nota fa rilevare che «il 28 febbraio chiuderà il punto vendita di Afragola Ottimax e circa settanta persone rimarranno senza lavoro. L'obiettivo dell'audizione è quello di ascoltare i vertici aziendali e, con le rappresentanze sindacali, trovare una soluzione che scongiuri la perdita di posti di lavoro». Al tavolo, al quale sono state invitate tutte le sigle sindacali, saranno presenti anche l'assessore al Lavoro Sonia Palmieri e quello delle attività produttive Antonio Marchiello. La speranza è che dal confronto salti fuori la quadra anche se le prospettive non sono proprio rassicuranti. Almeno a quanto ha dichiarato, pochi giorni fa Massimo Pulcinelli, uno dei responsabili di Ottamax :«Ci dispiace molto, per i nostri uomini e i nostri clienti. Abbiamo fatto il possibile ma, alla fine, non ce l'abbiamo fatta. E' stata una decisione davvero sofferta. Il gruppo ha offerto ai dipendenti di Afragola la possibilità di entrare nell'organico del nuovo Ottimax che aprirà a giugno, a Catania. È ancora presto per sapere quanti accetteranno».
 
Di licenziamenti in bianco aveva parlato Gennaro Strazzullo, segretario regionale Uil Tucs (turismo commercio servizi) subito dopo aver incontrato i tramortiti dipendenti, definendoli «una pratica davvero disumana già sperimentata con le vertenze Carrefour, Coop, e altri mega store. Un colpo di mano iniziato anni fa con la vertenza del bar Motta a Napoli. Nel caso specifico ci siamo immediatamente attivati, chiedendo all'azienda un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali di base. Una procedura illegale e l'azienda nonostante le nostre sollecitazioni sui motivi di questa repentina e inspiegabile chiusura non ci ha ancora risposto. E' impensabile che un capo famiglia che lavora per di più con contratto part time si possa trasferire in Sicilia». Il sindacato punta il dito contro le maglie larghissime dell'attuale legge che disciplina il commercio e che consente questi ribaltoni.

«È necessario conclude Gennaro Strazzullo - istituire una banca dati e vincolare le licenze al nome dei lavoratori. Così si impedirebbero queste manovre che tendono a licenziare per ridurre i costi del lavoro, fatto salvo per poi riaprire con la stessa licenza, metà della forza lavoro e stipendi di fame». Al danno anche la beffa. Ottimax di fatto non attua il classico licenziamento, che comunque apre la strada degli ammortizzatori sociali. L'azienda propone nel caso di Afragola, il trasferimento a ottocento chilometri di distanza e chi lo rifiuta si trova in una sorta di auto licenziamento che priva perfino degli ammortizzatori sociali. Intanto è confermata la data. L'ultimo scontrino verrà battuto il 28 febbraio, dopo di che il negozio abbasserà le saracinesche, andando ad allungare quella sorta di via Crucis, che proprio in questo parco commerciale ha visto cadere Castorama seguito a ruota da Leroy Merlin. Una maledizione che continua.
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