Dal centro al Vomero, da Chiaia alle periferie, è emergenza caditoie. Basta passeggiare per le strade di Napoli e guardare all'interno dei tombini, per rendersi conto del motivo per il quale, ogni qualvolta piova, la città si allaghi. Il mix micidiale tra carenza di fognatori, pochi mezzi a disposizione e il solito valzer delle responsabilità fanno il resto.
Il caso approderà in Consiglio comunale nella prossima seduta dell'assemblea cittadina, quando il presidente della commissione Infrastrutture Nino Simeone interrogherà sindaco e vicesindaco sulle responsabilità dei mancati interventi di pulizia delle caditoie. Nelle scorse settimane sono state diverse le richieste di intervento di alcune Municipalità: in particolare la decima (Bagnoli-Fuorigrotta) e la quarta (San Lorenzo-Vicaria-Poggioreale-Zona industriale). Il presidente di quest'ultima, Giampiero Perrella, ha racchiuso in un elenco alcune delle strade a rischio allagamenti: via Macello, piazza Arabia, piazza Nazionale, corso Garibaldi, Gianturco, via Taddeo da Sessa, via Biscardi inviando poi il dossier alla commissione comunale Infrastrutture. È partito così un lungo scambio di missive tra Simeone e gli uffici di Palazzo San Giacomo.
Il consigliere comunale di Agorà ha subito inoltrato la richiesta delle Municipalità al vicesindaco Del Giudice, che ha interessato il dirigente Ciclo integrato delle acque Iervolino. «Si rimane in attesa - si legge nella nota del vicesindaco - di notizie circa la programmazione e relativa calendarizzazione dell'attività di manutenzione con pulizia ed espurgo fogne, con particolare attenzione alle aree soggette a tracimazione nei casi di intense precipitazioni». La risposta del dirigente non è piaciuta al presidente della Municipalità Perrella, tantomeno al presidente della commissione Simeone: «L'intervento - si legge nella nota di Iervolino - non rientra nei compiti istituzionalmente demandati a questo servizio, che, nondimeno, assicura la consueta collaborazione e assistenza con gli automezzi ove le Municipalità ne facciano richiesta». In sostanza il dirigente del Ciclo integrato delle acque sostiene di non poter programmare l'espurgo delle caditoie, ma che la competenza spetti ai parlamentini. Uno scaricabarile senza vie d'uscita. Dai parlamentini infatti rilanciano: «Non abbiamo più personale a disposizione che si possa occupare della pulizia dei tombini».
«Trovo singolare che il servizio Ciclo integrato delle acque - tuona Simeone - che si occupa anche delle fogne, non trovi di meglio che ritrasmettere la nota di segnalazione inviata da me, tramite l'assessorato all'Ambiente, agli uffici della quarta Municipalità. A questo punto veramente non so se ridere o piangere; ma a cosa serve allora il servizio? Ma soprattutto vorremmo sapere secondo il dirigente la pulizia delle caditoie a chi compete?».
Caos personale, così i tombini di Napoli restano ostruiti (e si allaga tutto)
di Valerio Esca
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Martedì 18 Settembre 2018, 12:00
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