Napoli, ecco il «buco nero» dell'addio a scuola: Scampia arranca

Napoli, ecco il «buco nero» dell'addio a scuola: Scampia arranca
di Mariagiovanna Capone
Giovedì 13 Settembre 2018, 11:30 - Ultimo agg. 12:52
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Neanche il tempo di far suonare la campanella del nuovo anno scolastico, che iniziano ad arrivare dati sull'abbandono scolastico. Sotto la lente d'ingrandimento della Svimez (Associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno) stavolta ci sono i dati sui giovani tra 18 e 24 anni con la licenza media, che hanno abbandonano sia lo studio che la formazione professionalizzante. I numeri sono davvero allarmanti, poiché se tutto il Sud mostra valori di abbandono elevati che si attestano sul 18,5 per cento, a Napoli c'è un'intera generazione che scappa dalle aule scolastiche: sono ben 62.691. Non c'è nessun altra città italiana che raggiunge valori così elevati, la seconda è Roma con 30.696, ossia la metà dei giovani napoletani che hanno deciso di non proseguire i percorsi scolastici non diplomandosi neppure, mentre Catania è terza con 23.675. Il problema è comunque globalmente diffuso in tutte le fasce d'età, con valori di abbandono della scuola dell'obbligo che superano le mille unità secondo l'ultima statistica pubblicata del Comune di Napoli sull'anno scolastico 2016/2017.
 
Dalle analisi e dal confronto del rapporto Svimez sono emerse profonde differenze territoriali, e soprattutto, come in alcune province meridionali, quasi un giovane su quattro abbandona la scuola o la formazione professionale. Cio comporta un troppo basso livello di competenze al Sud, che rende ancor piu difficile l'accesso al mercato del lavoro. A Napoli questo dato è drammatico: sono 62.691 i giovani che si accontentano della licenza media e decidono di non continuare con la scuola secondaria di secondo grado per ottenere il diploma. Una gioventù bruciata, che preferisce non avanzare con gli studi e la formazione professionale, che rappresenta un blocco per lo sviluppo economico della città. Dalle elaborazioni Svimez su dati Istat emerge che sono piu i maschi che le femmine a interrompere gli studi: i ragazzi meridionali sono ben il 21,5 per cento, le ragazze appena il 15,2 per cento. Per loro sarà complicato riuscire a trovare un'occupazione, e questi 62mila giovani andranno a rimpinguare le fila del lavoro nero e del precariato.

Il tema della dispersione scolastica coinvolge anche le fasce d'età che dovrebbero frequentare le scuole dell'obbligo. Sebbene si provi a mantenere in classe gli alunni a rischio abbandono con progetti e attività extra scolastiche, resta sempre alta la percentuale di chi decide di non andarci più. Durante l'anno scolastico 2016-2017 (gli ultimi pubblicati dal Comune), dalle scuole primarie sono pervenute 335 segnalazioni, e a fine anno scolastico, dopo i vari controlli, sono risultati inadempienti 155 alunni. Nelle elementari cittadine una concentrazione del fenomeno della dispersione è nella Municipalità 8 (Piscinola, Marianella, Chiaiano, Scampia) con 127 segnalati e 78 alunni inadempienti, seguita dalla Municipalità 4 (San Lorenzo,Vicaria, Poggioreale, Zona Industriale), ma anche alcune aree del centro storico come Forcella. Dalla scuola secondaria di I grado, invece, sono pervenute 765 segnalazioni e a fine anno scolastico sono risultati inadempienti 321 alunni. La maglia nera è sempre nella Municipalità 8 con 134 segnalati e 62 inadempienti, cui segue la Municipalità 4.

Sebbene il dato nazionale indichi un miglioramento, passando dal 20,8 per cento del 2006 al 13,8 per cento del 2016, il Sud continua a fare fatica a mantenere in classe i suoi studenti secondo il focus del Miur. In particolare gli early leavers, ossia gli studenti che hanno lasciato precocemente la scuola, in Campania sono il 18,1 per cento, composti soprattutto da maschi, stranieri e spesso già bocciati. Confrontando altri dati, emerge che il numero di studenti che lasciano la scuola o la frequentano a balzelli sono sovrapponibili a quelli sull'indigenza, con circa 360 mila in Campania il 27,9 per cento del dato nazionale.

Oltre ai progetti del Miur, e «Scuola Viva» promosso dalla Regione Campania, anche il Comune di Napoli non è rimasto a guardare, sebbene i fondi a disposizione siano molto ridotti. Su proposta dell'assessore Annamaria Palmieri, lo scorso anno è stato messo in campo un progetto biennale di prevenzione e contrasto alla dispersione scolastica finanziato con i fondi della legge 285/1997. L'impegno ha visto la realizzazione di azioni sperimentali in co-progettazione con il terzo settore che hanno seguito un nucleo di ragazzi a rischio segnalati dalle scuole, per sperimentare un concreto modello di lotta al fenomeno. Il tutto realizzato in circa 40 istituti scolastici della citta aggregati in 4 gruppi territoriali riconducibili all'area Nord (Municipalita 7 ed 8), all'area Centro (Municipalita 1, 2, 3 e 5), all'area Est (Municipalita 4 e 6) e all'area Ovest (Municipalita 9 e 10). Gruppi di studio, sostegno all'intreccio tra attivita curriculari e altre offerte educative sul territorio, sostegno alla relazione famiglia scuola, laboratori sulla mediazione del conflitto, tanto per citare la tipologia di intervento.
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