Addio al cedro libanese nel cuore di Napoli, ucciso da vandali e incuria: è il terzo in 4 anni

Il cedro libanese morto a largo Giusso
Il cedro libanese morto a largo Giusso
di Gennaro Morra
Giovedì 19 Ottobre 2017, 21:21 - Ultimo agg. 20 Ottobre, 00:02
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Sembra una sorta di maledizione quella che colpisce gli alberi che vengono piantati in largo Girolamo Giusso, quartiere San Lorenzo, pieno centro storico di Napoli. Negli ultimi quattro anni sono già tre, infatti, i cedri libanesi che sono stati abbattuti perché malati, vittime di atti vandalici o seccati dalla siccità. Il primo episodio risale al 2013, quando, all’indomani della tragedia avvenuta in via Aniello Falcone, dove una donna fu uccisa nella sua auto, schiacciata dalla caduta di un pino, il Comune avviò un controllo dello stato di salute di tutti gli alberi presenti in città. In quell’estate per motivi di sicurezza furono eliminati molti fusti, tra cui anche un cedro libanese secolare presente nella piccola piazza.
 
«Fu tagliato dalla sera alla mattina dagli operatori comunali – spiega Paolo Signorelli, botanico che a titolo volontario si dedica alla cura del verde nel centro storico –. Dopo una perizia effettuata da una perita agraria, il Comune ne ordinò l’abbattimento, ma noi cittadini interessati alla vicenda non siamo mai riusciti a leggere quella relazione. Ci venne detto solo che presentava una carie nel legno, ma non sembrava così sofferente». A distanza di qualche mese l’albero fu sostituito da uno della stessa specie: «Quello è durato fino allo scorso gennaio – racconta Signorelli –. Qualcuno l’ha segato durante la notte, forse spinto dalla fobia degli alberi che ormai si vive in città. O, più semplicemente, si è trattato di uno stupido e insensato atto vandalico».
 
A febbraio di quest’anno era stato piantato il terzo cedro del Libano, che stava crescendo molto bene, curato amorevolmente dai commercianti della piazza e da comuni cittadini. Infatti, da tempo l’Amministrazione comunale ha affidato la cura del verde ai residenti dei vari quartieri. Un’operazione che sembrava funzionare, tant’è vero che ad agosto lo stesso Signorelli, in compagnia del consigliere alla II Municipalità, Pino De Stasio, aveva visitato alcune aree verdi del centro storico, riscontrandone il buono stato di salute. Anche il cedro libanese di largo Giusso, nonostante il lungo periodo di siccità, era in gemmazione e i due volontari lo annaffiarono per precauzione. Oggi invece il consigliere De Stasio ha diffuso la triste notizia della morte dell’albero. «Il fatto che fosse in gemmazione ci ha dato false speranze, ma evidentemente le radici erano già morte», spiega Signorelli. E chiarisce: «Si chiamano energie del legno: la pianta inizia a morire dalla radice, ma resta linfa ed energia verso gli apici. I germogli sembrano vivi e per un po’ crescono, ma poi il seccume arriva fino alle punte. Se è secca la radice, la pianta è spacciata perché parte tutto da lì: la radice è la parte vitale e fondamentale per succhiare acqua. Annaffiare non serve. Se muore la radice, la pianta perde la capacità di assimilare».
 
Quanto all’idea di affidare la cura del verde ai cittadini, l’esperto non la boccia: «Possono farlo, ma c’è bisogno di maggiore impegno e costanza. I cittadini dovrebbero organizzarsi meglio tra loro, magari costituire delle associazioni». E, comunque, il Comune non può affidare a loro l’intera gestione delle aree verdi: «Ci vogliono degli interventi di manutenzione da parte di personale esperto – conclude Signorelli –. Almeno due al mese per ogni pianta. Per un costo che si aggira intorno ai 2.500 euro all’anno per la cura di un solo albero».
 
Intanto, non si sa se il cedro di largo Giusso sarà sostituito per la terza volta: «Oggi è una giornata triste e non c’è voglia di pensare – dichiara il consigliere De Stasio –. Nei prossimi giorni decideremo il da farsi».
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