Sorrento mette al bando i sexy shop: «Vietati vicino alle scuole e alle chiese»

Lo stop riguarda anche i negozi di cannabis: non meno di 200 metri dai “luoghi sensibili” come ospedali, parchi e teatri

Sorrento mette al bando i sexy shop
Sorrento mette al bando i sexy shop
di Massimiliano D'Esposito
Giovedì 9 Novembre 2023, 23:31 - Ultimo agg. 10 Novembre, 17:00
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Non c’è posto per sexy shop e negozi per la vendita di cannabis o derivati della canapa indiana nel cuore di Sorrento. Lo stabilisce una ordinanza firmata dal sindaco Massimo Coppola per «garantire la tutela del pubblico decoro e del buon costume». A questo proposito il primo cittadino puntualizza che «la vendita di articoli correlati a tali esercizi non è consentita neanche congiuntamente a quella di prodotti rientranti in altri settori merceologici». Viene in tal modo arginato anche qualsiasi escamotage si possa pensare di utilizzare per aggirare le limitazioni adottate con il provvedimento. 

Quello imposto dal sindaco di Sorrento non è, però, un divieto assoluto, all’apertura di queste attività commerciali, ma prevede solo una serie di restrizioni.

Non potranno sorgere, si legge nell’ordinanza, «ad una distanza inferiore a 200 metri dai luoghi sensibili quali chiese e luoghi di culto, cimitero, ospedale, scuole di qualsiasi ordine e grado, parchi giochi, teatri, cinema e luoghi di aggregazione». Il sindaco Coppola mette in chiaro anche che «il criterio di calcolo effettivo della distanza dai luoghi sensibili è di 200 metri di camminamento pedonale dagli stessi». Pertanto si fa riferimento al tragitto da compiere non allo spazio in linea d’aria.

Fatto sta che tenendo conto della localizzazione dei cosiddetti «luoghi sensibili», così come individuati ed elencati dal sindaco Coppola, appare chiaro che nel centro cittadino è impossibile trovare un’area che rispetti le restrizioni imposte. La distribuzione di scuole, chiese, parchi e punti di aggregazione sul territorio comunale è capillare, tanto che chi eventualmente fosse intenzionato ad intraprendere una delle attività citate nell’ordinanza dovrebbe tener conto delle limitazioni imposte e spostare la propria attenzione verso le zone periferiche. 

Ma quanto può essere interessante e, soprattutto, remunerativo aprire un sexy shop o un cannabis store fuori dal nucleo urbano? I clienti godrebbero certamente di maggiore privacy, ma raggiungere i negozi sarebbe di sicuro più complicato. E poi risulterebbe quasi impossibile intercettare la vasta platea turistica che ogni anno raggiunge Sorrento. Milioni di viaggiatori e di potenziali acquirenti tenuti lontani dai rigidi paletti voluti dall’amministrazione. Ma è proprio questo l’obiettivo. Si comprende chiaramente quando il sindaco Coppola scrive che quelli oggetto della sua ordinanza sono «esercizi che possono ledere l’etica, la morale e la sensibilità dei residenti e dei turisti». Anche per questo, nel caso si decida di avviare comunque una di queste attività, l’ordinanza stabilisce che è in ogni caso «vietata qualsiasi forma di pubblicità con esposizione di prodotti sull’area esterna commerciale, anche se privata, nonché di indicazioni pubblicitarie aventi per oggetto simboli, disegni, scritte e quant’altro possa turbare la sensibilità e il decoro». Inutile pensare di aprire il negozio in periferia e poi pubblicizzarlo in centro, insomma. 

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Tutto questo in considerazione del fatto che, secondo l’amministrazione di Sorrento, «l’apertura di tali attività commerciali può comportare ripercussioni, di ordine etico e morale ed anche turbamento della sensibilità dei cittadini residenti nei pressi di tali esercizi di vendita, nonché dei minori rientranti in una fascia di età fragile che deve essere tutelata riguardo allo sviluppo psico-fisico». L’ordinanza è stata già inviata alle associazioni di categoria dei commercianti attive a Sorrento perché la diffondano tra gli iscritti, favorendone la divulgazione. 

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