È un porto di mare dove ladri e teppisti mettono a segno i loro innumerevoli raid indisturbati e senza rischiare nulla. È la scuola più indifesa e bersagliata di Acerra nonostante si trovi in una strada centrale e densamente popolata. Si tratta della succursale del primo circolo didattico intitolato al compianto vescovo anticamorra don Antonio Riboldi in via Diaz. L'altra notte, l'ultimo colpo in ordine di tempo compiuto da una gang di ladri che hanno sottratto un sanificatore per purificare l'aria ed evitare il diffondersi di virus, un computer e addirittura matite, colori e colla che i bambini delle 14 classi della scuola dell'infanzia e delle elementari utilizzavano per i loro lavoretti in aula.
Pochi mesi mesi fa a sparire furono un defibrillatore e gli attrezzi lasciati da muratori impegnati in lavori di ristrutturazione. «Siamo abbandonati. La scuola è un porto di mare dove chiunque può entrare: la porta si apre con una spallata, le finestre si spalancano con una mano. Sono 4 anni che chiedo al Comune di garantire sicurezza, ma l'unica cosa che abbiamo ottenuto sono delle telecamere e un sistema di allarme che non è collegato con le forze dell'ordine e quindi praticamente inutile visto che suona per ore, ma nessuno interviene», denuncia la dirigente Isabella Bonfiglio.
Lo stabile è stato preso in fitto dal Comune dalla Curia per svariate nonostante il primo circolo abbia in dotazione una ventina di aule nella sede centrale di piazzale Renella e che l'ente locale ha deliberato di destinare, dopo una ristrutturazione costata sei milioni, tra mille proteste e polemiche, al commissariato della polstato.
«Non so nemmeno più a chi rivolgermi, le mie segnalazioni sono lettera morta, a volte mi cadono le braccia e penso di andare via da Acerra perché qui la scuola sembra essere l'ultima preoccupazione per la politica. Abbiamo comprato con i fondi del Pnrr tablet e tavoli interattivi per l'infanzia, ma sono costretta a tenerli chiusi sotto chiave perché altrimenti li rubano. E questo non è giusto: i bambini di via Diaz non sono alunni di serie C rispetto a quelli della centrale», sbotta la direttrice Bonfiglio.
La scuola è frequentata da 250 studenti distribuiti tra le 4 sezioni di materna e le 10 di elementari che ogni giorno sono costretti a non lasciare nulla nelle aule. Molti dei furti addirittura non vengono nemmeno denunciati alle forze dell'ordine quando a sparire sono solo piccole attrezzature didattiche. Le immagini dei continui raid restano immortalate nel sistema di videosorveglianza e non accade nulla che possa impedire ai malviventi di mettere a segno le loro ruberie. La sirena dell'allarme suona per ore, ma nessuno del vicinato sembra accorgersene.