Usa, parte la corsa per il 2002: Trump agita lo spettro brogli e si prepara a purgare il governo

Usa, parte la corsa per il 2002: Trump agita lo spettro brogli e si prepara a purgare il governo
Martedì 6 Novembre 2018, 20:29
3 Minuti di Lettura
In attesa dei risultati di Midterm nella 'war room' della Casa Bianca, Donald Trump pensa già alla prossima battaglia per la sua rielezione nel 2020 e alle purghe nel governo per creare una squadra che sia completamente in sintonia con lui. «Le amministrazioni normalmente fanno cambiamenti dopo midterm», ha confidato ai cronisti. Il primo della lista nera è il ministro della Giustizia Jeff Sessions. Ma potrebbero andarsene anche il chief of staff John Kelly, la ministra (sua protegè) dell'homeland security Kirstjen Nielsen, il suo collega agli interni Ryan Zinke (travolto da inchieste etiche).

E il capo del Pentagono Jim Mattis, anche se ieri Trump ha lanciato segnali in direzione opposta. Solo un esito elettorale potrebbe bloccare la riconferma di Trump: perdere entrambe le camere del Congresso, dopo che ha trasformato il voto in un referendum su se stesso. Sarebbe una sconfitta bruciante, una sconfessione del suo operato, del suo stile incendiario, dell'America first. Per i dem invece si tratterebbe di un successo incredibile, di un riscatto dopo la dolorosa umiliazione di Hillary Clinton. In questo scenario, che appare improbabile secondo i sondaggi, anche il partito repubblicano sarebbe costretto a rivedere la sua posizione, finora totalmente appiattita sul tycoon. Il presidente potrebbe invocare come alibi solo lo spettro dei brogli elettorali, dopo aver rinnovato oggi via Twitter il monito della «massima pena» contro il voto illegale. Se invece il Grand Old Party mantenesse il controllo dell'intero Congresso, per Trump sarebbe un trionfo clamoroso, storico, dato che dal 1934 solo due presidenti hanno vinto le Midterm: Franklin Delano Roosevelt e George W. Bush (2002). In tal caso avrebbe la strada spianata per il 2020, consolidando in Usa la sua politica populista e nazionalista con effetti inevitabili anche sul paesaggio politico europeo.

Per i Dem sarebbe una debacle senza precedenti, che obbligherebbe il partito a fare tabula rasa dell'attuale leadership.
L'ipotesi più accreditata è che i repubblicani mantengano una risicata maggioranza al Senato e che i progressisti si riprendano la 'Housè. In questo caso il tycoon diventerebbe un'anatra zoppa per il resto del mandato. I dem potrebbero bloccare la sua agenda, paralizzare il suo governo con indagini sui suoi ministri e, se il Russiagate approderà ad accuse precise, avviare un impeachment, anche se difficilmente potrebbero contare poi sui due terzi del Senato per condannarlo. Ma Trump potrebbe cantare vittoria lo stesso, vantandosi di aver limitato i danni in elezioni che quasi tutti i suoi predecessori hanno perso. E, soprattutto, potrebbe vedere egoisticamente dei vantaggi nella perdita della Camera, usandola come alibi per le mancate promesse (come il muro col Messico) e preparandosi ad una guerra di trincea: la sua specialità.
© RIPRODUZIONE RISERVATA