Poster attaccati negli asili o nelle scuole materne, naturalente coloratissimi, con pupazzetti che però imbracciano kalashnikov, dove palestinesi e israeliani - visti con gli occhi dei bambini, già dai primi anni – sono elementi di un terreno d'odi e gli israeliani nemici da abbattere. Oppure fotografie ritrovate nelle case dei civili che mostrano centinaia di minori vestiti come guerriglieri, in posa davanti al fotografo, esibendo armi giocattolo. Altre volte, però, ci sono piccoli immortalati sorridenti accanto a razzi veri o altro materiale bellico. La guerra a Gaza, in questi tre mesi di bombardamenti e perlustrazioni a tappeto, ha fatto emergere anche un altro lato crudele e inimmaginabile del conflitto. L'infanzia di troppi bambini palestinesi sembra segnata alla coltivazione dell'odio, alla propaganda più feroce, alla esaltazione del martirio.
In questi giorni Israele ha accusato apertamente Hamas, informando la comunità internazionale, a proposito dell'indottrinamento «dei bambini di Gaza, indottrinati verso attività terroristiche».
L'esercito israeliano non è la prima volta che solleva questo argomento, divenuto evidente con le recenti scoperte fatte nella Striscia. Durante questa guerra, ha accusato l'esercito, «ci sono stati tanti minorenni usati per incarichi di vario genere, per esempio per il trasporto dei messaggi o di munizioni». Negli uffici del comando di Hamas, smantellato di recente, nel rione di Zeitun a Gaza sono state trovate conferme terrificanti: i bambini sono stati usati per trasferire esplosivi dentro buste della spesa coperte di verdura, o anche per riferire dei danni degli israeliani, come se fossero piccole sentinelle sul campo. Strumentalizzati come scudi umani, poiché Hamas ritiene che l'esercito non aprirebbe mai il fuoco in direzione dei bambini.