Chi è Cherif Chekatt, il killer con 27 condanne sfuggito agli 007

Chi è Cherif Chekatt, lil killer con 27 condanne sfuggito agli 007
Chi è Cherif Chekatt, lil killer con 27 condanne sfuggito agli 007
Mercoledì 12 Dicembre 2018, 00:26 - Ultimo agg. 20:42
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Ventisette condanne in 29 anni, e ne aveva appena 10 quando veniva già segnalato alla polizia. Condanne in tre paesi, la prima volta a soli 13 anni. Delinquente comune e incallito, schedato sia come pericolo nazionale sia come radicalizzato a rischio terrorismo: ecco il ritratto di Cherif Chekatt, definito paradossalmente «calmo e tranquillo» dai vicini e conoscenti che lo incrociavano ogni mattina.

Il killer che ha aperto il fuoco con un fucile sui visitatori inermi di un mercatino di Natale della sua stessa città era riuscito a beffare la sicurezza ancora una volta, arrivando nel cuore della folla armato fino ai denti. E la mattina dell'attentato, i gendarmi guidati dai funzionari dei servizi avevano fatto irruzione in casa sua, trovando un arsenale ma non l'inafferrabile Chekatt. Che era già alla macchia, meditando l'attentato che avrebbe compiuto qualche ora più tardi. «Furti e violenze» erano la specialità di Cherif Chekatt, ha spiegato Remy Heitz, il procuratore. 



L'uomo della strage di Strasburgo era stato condannato in Francia, in Germania e in Svizzera. «Ha cominciato giovane nella delinquenza - ha spiegato ai media Fabrice Poli, un responsabile del sindacato di polizia locale, che lo conosceva bene - e pian piano è diventato un volto noto per noi, un frequentatore dei commissariati. Era il tipico delinquente comune cresciuto nei quartieri difficili». Senza lavoro da sempre, figlio di una famiglia di origini marocchine - oggi padre, madre e due dei suoi fratelli sono in stato di fermo - aveva più di un parente che almeno simpatizzava con gli ambienti islamici radicali. In molti, oggi, si chiedono come un personaggio con un passato penale dello spessore di Cheriff Chekatt abbia potuto essere libero e in grado di detenere tanti armi.

«Non era violento da ragazzino - ha raccontato un responsabile di uno dei centri di detenzione per minori che se lo ricorda bene - ma non era neppure un detenuto modello». Per uno che «dall'età di 10 anni aveva un profilo penale», come ha precisato il ministro dell'Interno Christophe Castaner, tutto il percorso è stato conseguente: furti, poi rapine, quindi la condanna nel 2016 a due anni e 3 mesi inflittagli dal tribunale tedesco di Singen per furti aggravati, fra i quali quello di uno studio dentistico a Magonza nel 2012 e di una farmacia ad Engen nel 2016.

L'anno sorso, Chekatt fu rilasciato dalla giustizia tedesca ed espulso in Francia. Nel suo paese, era seguito a distanza dai servizi perché, dal giorno dell'uscita dal carcere nel 2015, era segnalato per radicalizzazione islamica. Era già finito sia nello schedario dei segnalati 'S', i detenuti che rappresentano un rischio per lo stato, sia in quello FSPRT (ad inizio 2016), per radicalizzazione islamica. Fra le decine e decine di segnalazioni a suo carico, persino quella durante la Festa della Musica a Strasburgo, quando cominciò a gridare frasi minacciose come «voglio ammazzare un poliziotto».

A spiegare le maglie incredibilmente larghe della sicurezza nei confronti di Chekatt, il fatto che «non c'erano segnali di imminente passaggio all'azione» da parte sua.
Almeno fino a quando i gendarmi, ieri mattina, non si sono resi conto che Chekatt era già passato all'azione, per una rapina con un ferito grave: irrompendo nel suo appartamento, a parte Cherif che era assente, hanno trovato di tutto, una bomba a mano, una pistola calibro 22 carica e pronta a sparare, un arsenale di munizioni e coltelli. «Ogni mattina, prima di andare al lavoro, gli stringevo la mano - ha detto un vicino intervistato dalla tv France 3 - parlavamo, era uno come tanti...».
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