Vinitaly, conto alla rovescia:è festa
per il brindisi italiano nel mondo

Il ministro Martina tra il presidente e il direttore di Verona Fiere
Il ministro Martina tra il presidente e il direttore di Verona Fiere
di dall'inviato Luciano Pignataro
Giovedì 16 Marzo 2017, 15:42 - Ultimo agg. 16:14
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Parte da via Veneto il conto alla rovescia della 51a edizione del Vinitaly, anzi, come preferiscono chiamarla il presidente Danese e il direttore Mantovano la 50 più uno.
I numero sono impressionanti, oltre 400 espositori su trenta ettari di esposizione, 130mila visitatori attesi, invetsimenti per 70 milioni di euro da qui al 2020 e la trasformazione di Veronafiere da ente autonomo ad Spa per muoversi meglio sul mercato internazionale.
Già, perché adesso la vera sfida per il vino italiano sono i mercati orientali oltre che gli Stati Uniti. La media di una bottiglia italiana venduta all'estero è sui 2,7 euro mentre quella francese è quasi il doppio.
Problemi di crescita, certo. Superata la contrazione del mercato interno che avvicina il consumo ai 30 litri pro capite, i 100 di dieci anni fa sembrno fantascienza, la burocrazia che opprime i viticolturi, le tasse e la mancanza di un sistema paese capace di promuoversi in modo unitario all'estero, il settore ha dimostrato di essere capace di riprendesi investendo ed esportando all'estero.
Dalla Val d'Aosta alla Sicilia, c'è un solo fil rouge di entusiamo e di note positive. Lo ha sottolineato il ministro Martina, al suo quarto Vinitaly, quasi un recordo per il titolare dlel'Agricoltura: il modello vitivinicolo italiano è un esempio non solo per il comparto agricolo ma per il futuro del nostro paese perché implica il ripensamento del panorama rurale con lampossibilità di attrarre visitator, così come succede in Francia e nella Napa Valley.
Innumerevoli le iniziative, ma la verità è che il Vinitaly è esso stesso un ospettacolo, la rappresentazione dell'Italia, articolata in tutte e 20 le sue regioni, che guarda con ottimismo al futuro. I padiglioni sono quasi una metafora scontata, oggi, ma nel buio della crisi degli anni scorsi sembravano espressione di un altro mondo.
Le tendenze restano quelle che conosciamo: la forza dei brand aziendali e territoriali, la pressione delle regioni meridionali sempre più protagonista, la scoperta dei vitigni autoctoni e il tema della sostenibilità ambientale.
La Campania sarà presente con il suo solito padiglione al'ingresso e in cui ci sarà anche l'Irpinia, la cui scissione degli anni scorsi è rientrata.
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