Sos per Asprinio d'Aversa
il bianco storico è rischio l'estinzione

La vendemmia dell'alberata
La vendemmia dell'alberata
di Luciano Pignataro
Sabato 4 Marzo 2017, 15:46 - Ultimo agg. 15:57
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La Campania del vino vive un paradosso assurdo: l'Asprinio d'Aversa, il grande bianco celebrato da Soldati e Veronelli è di fatto a rischio di estinzione. Meno di centomila bottiglie tra pochissimi produttori: Magliulo, Masseria Campito, I Borboni, Salvatore Martusciello, Vestini Campagnano e Caputo.
Non è la prima volta che solleviamo il problema, ne abbiamo scritto proprio qui sul Mattino qualche anno fa, ma da allora la situazione non è migliorata, anzi, se possibile, è peggiorata dopo la vicenda della Terra dei Fuochi.
Il paradosso dell'Asprinio di Aversa, un bianco acido, fresco, alla base dell'unica tradizione spumantistica in Regione, è che stava decisamente in vantaggio rispetto agli altri bianchi campani. Un vino di territorio, profondamente legato all'Aversano, il volto bianco che faceva da contraltare a quello rosso del Falerno.

Eppure questo vantaggio è stato progressivamente perso a partire dalla metà degli anni 90 perchè l'Asprinio è stato cannibalizzato dalla Falanghina per quanto riguarda la fascia medio bassa di consumo (pizzerie e trattorie), dal Fiano e dal Greco per quanto riguarda il consumo in ristoranti importanti. Addirittura, nella stessa provincia di Caserta, dal Pallagrello Bianco. Insomma la stranezza di questa situazione è che nella grande cavalcata delle uve bianche che alla fine hanno caratterizzato la Campania vitivinicola nell'ultimo quarto di secolo, proprio l'Asprinio è rimasto indietro. E questo nonostante il fatto che ci siano aziende che ci credono con forza puntando esclusivamente su questo vitigno a bacca bianca. Un paio di estati fa Slow Food ha lanciato l'appello alla salvaguardia dell'alberata, il tipico sistema di allevamento della vite maritata ai pioppi. Un metodo ancestrale, che richiede una buona specializzazione da parte di chi lo porta avanti.

Per tutti l'Asprinio è sempre stato l'abbinamento ideale con la mozzarella di bufala, un riferimento territoriale obbligato come si insegna ai corsi per diventare sommelier. A maggior ragione, adesso che questo latticino ha di fatto scalzato il fiordilatte dalle pizze, l'abbinamento viene spontaneo. E a questo elemento è stato pensato da Gianfranco Iervolino di Morsi e Rimorsi di Aversa che ha organizzato una serata chiamando tutti i produttori di Asprinio a raccolta per sottolineare davanti alla stampa specializzata e agli appassionati che questo è l'abbinamento da sostenere, soprattutto in cui il centro casertano sembra essere diventato la nuova capitale della pizza con una serie di aperture a catena che l'hanno arricchito di proposte di altissima qualità, dalla pizzeria 2.0 di Carlo Sammarco a Libro di Valentino Libro per non parlare di quelle già all'opera sul territorio. Una serata che si avvale della collaborazione dello chef stellato Peppe Guida di Nonna Rosa e del maestro pasticciere Alfonso Pepe.
Certo, una serata non farà primavera, ma è importante che diventi consapevolezza di tutti quanto sia importante difendere e sostenere questo antico bianco campano. Soprattutto in un momento in cui il mercato interno è in crescita grazie alle due straordinarie stagioni turistiche. L'Asprinio è un patrimonio di tutti e va sostenuto con determinazione.
 
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