In ricordo di Raffaele Chiumiento
l'oste che custodiva i sapori antichi

Raffaele Chiumiento
Raffaele Chiumiento
di Luciano Pignataro
Mercoledì 8 Febbraio 2017, 10:37 - Ultimo agg. 17:47
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Raffaele Chiumiento ha vissuto la fase più esaltante della ristorazione italiana, quella degli anni '90 quando tutto era ancora una meravigliosa scoperta, non esistevano i social network e per conoscere le cose bisognava davvero aver girato tanto in Italia e all'Estero.
In una situazione di buio quasi assoluto a Sud di Salerno, Nonna Sceppa a Paestum e il Ceppo ad Agropoli divennero un punto di riferimento per i primi gruppi appassionati di vino e di cibo. Raffaele aveva una vera e propria passione per i vini, i piatti della tradizione e insieme al fratello Luigi a partire dagli anni '80 ha creato una vera e propria macchina da guerra in cui i grandi numeri sono sempre stati coniugati alla qualità assoluta della materia prima e alle perfezione di un servizio impeccabile.
In questo modo è stato tra i protagonisti della rivoluzione gastronomica campana: non a caso per Luigi Veronelli Nonna Sceppa era il miglior ristorante della Campania insieme al Don Alfonso. Grazie alla passione di Raffaele tutti i grandi critici e gli appassionati si sono seduti da Nonna Sceppa, soprattutto durante i giorni delle Strade della Mozzarella quando Paestum diventa la capitale dell'alta gastronomia grazie al congresso centrato.
Ma forse il valore più alto che Raffaele ha avuto è stato quello della famiglia. In un mondo in cui spesso l'ambizione e i ritmi, oltre che la concorrenza spietata, rompono legami familiari che sembrano indissolubili, Raffaele ha avuto la grande intelligenza, e cultura, anche di saper fare un passo indietro rispetto a quello che erano i suoi sogni. Ma così facendo, ha regalato il più grande sogno che si possa realizzare: una famiglia unita e compatta capace di offrire al pubblico buoni vini, piatti semplici ben eseguiti di grande materia prima. Un oste custode del sapere gastronomico che è stato per anni unico riferimento possibile per i produttori cilentani che allora si affacciavano sul mercato.
Di lui ci resta lo sguardo compiaciuto, quasi goloso, con cui portava i piatti a tavola. Veniva quasi voglia di dirgli: siediti con me. Ma lui, grande professionista, sapeva essere confidente della tua gola e al tempo stesso bravo cerimoniere di sala, che faceva sua ad ogni ingresso.
Riesce quasi impossibile pensare che non ci sarà più. Solo il ricordo della sua presenza potrà riparare questa perdita ai clienti affezionati di Nonna Sceppa e ai familiari che continueranno a presidiare questo tempio del gusto e del bon ton.
 
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