A 80 anni con la forza e l'entusiasmo di una trentenne. Anna Mongodi, dopo aver maturato i requisiti per la pensione, due anni fa (quando ne aveva 78) ha aperto la partita iva. La donna lavora nell’azienda d'abbigliamento del nipote e si occupa del reparto dedicato ai bottoni. Al Corriere Milano ha raccontato la sua storia: «A 64 anni ho maturato i requisiti della pensione ma ho proseguito anche in azienda come componente del board: percepivo un emolumento regolarmente tassato», dice.
«La partita iva? Necessaria perché la ritenuta d’acconto prevede un tetto di incassi di 6 mila euro e io sono oltre», ha detto la donna. «Il commercialista, che si è stupito per la mia età, ha fornito i requisiti per aprirla e accedere al regime forfettario: pensione inferiore a 30 mila euro annui lordi, non essere socia di società né amministratrice, non avere aperto la partita Iva negli ultimi 3 anni, nessuna fattura alla società per la quale ero dipendente o amministratore negli ultimi due anni, non fatturare più di 65 mila euro annui».
Adesso paga le tasse sulla pensione e sulla partita Iva: «Qui il reddito è il 78% dei ricavi, su questo imponibile contributivo verso il 24% all’Inps.