Dischetti di plastica in spiaggia, svelato il mistero: fuoriusciti da impianto sul Sele

Dischetti di plastica in spiaggia, svelato il mistero: fuoriusciti da impianto sul Sele
Giovedì 22 Marzo 2018, 11:46 - Ultimo agg. 23 Marzo, 17:05
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È stato risolto il mistero dell'inquinamento da dischetti di materiale plastico che si sono riversati sin dalla settimana scorsa in più tratti costieri del Mar Tirreno Centrale, con picchi nei pressi dell'isola di Ischia, sul litorale campano e su quello laziale tra Sabaudia e Fiumicino. Il lavoro delle strutture centrali e periferiche del Corpo delle Capitanerie di porto - Guardia Costiera ha accertato nelle vicinanze di un impianto di depurazione collocato in prossimità della foce del Sele e sugli argini del fiume, una forte concentrazione di questi filtri.

Dalle ulteriori verifiche sul depuratore sospetto, il personale della Guardia Costiera ha potuto accertare la
fuoriuscita dei filtri che, a causa di un cedimento strutturale di una vasca dell'impianto, si sono riversati nel fiume Sele per poi confluire nel Mar Tirreno, dove, per effetto delle correnti, si sono distribuiti lungo le coste della Campania e del Lazio, fino a raggiungere il litorale viterbese e quello meridionale della Toscana.

Il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha telefonato all’Ammiraglio Ispettore Capo Giovanni Pettorino per congratularsi per la rapidità con cui i suoi uomini sono riusciti a risolvere il mistero dell’inquinamento da dischetti di . «Quanto accaduto è intollerabile – ha dichiarato il ministro Galletti – Lo abbiamo affermato con grande forza sin dall’inizio del nostro mandato: chi inquina non può e non deve rimanere impunito.
Danneggia il nostro mare, gli ecosistemi e la salute dei cittadini ovvero il capitale più importante che abbiamo
». Il ministro dell'Ambiente, che a poche ore dai primi ritrovamenti di dischetti in mare aveva dato incarico al Reparto Ambiente Marino (Ram) di coordinare le indagini, ha anche espresso tutta la sua soddisfazione per la professionalità dimostrata dall’Ammiraglio Pettorino nel dirigere le indagini dei tre reparti coinvolti: il Nucleo Speciale d’Intervento (Nsi), il Terzo Comando del Reparto Generale e appunto il Reparto Ambiente Marino, delle Guardia Costiera.
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