Sarà la Corte di giustizia dell'Unione europea a occuparsi del caso del Sailing Yacht «A», l'avanguardistica nave a vela da oltre 500 milioni, riconducibile agli interessi dell'oligarca russo Andrey Melnichenko, sottoposta a congelamento amministrativo nel marzo 2022 e da allora in rada nel golfo di Trieste.
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La decisione del Tar del Lazio
La II sezione del Tar del Lazio, infatti, con un'ordinanza dei giudici Francesco Riccio e Igor Nobile, non si è pronunciata sul ricorso per chiedere l'annullamento del congelamento amministrativo del trialbero operato dalla Guardia di Finanza 15 mesi fa, rimettendo il giudizio alla Corte a Lussemburgo, e nell'attesa è stato sospeso il giudizio.
I misteri giudiziari
A darne notizia è il quotidiano Il Piccolo che svela alcuni dettagli della vicenda, coperta da omissis e misteri.
Le spese dello Stato Italiano
La vicenda è seria e non si limita a un eventuale capriccio di un tycoon che rivuole indietro il suo megayacht: lo Stato italiano finora ha dovuto sostenere tra gli 11 e i 12 milioni di euro per la custodia di «A», la nave disegnata personalmente da Philippe Stark. Soldi che lo Stato intende farsi restituire dal proprietario. Gli stessi legali nominati sono avvocati noti, che con grande professionalità si sono rivolti contro il ministero dell'Economia e delle Finanze, il Comitato di sicurezza finanziaria e l'Agenzia del demanio. Saccucci tra l'altro ha curato il ricorso per l'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi contro l'applicazione della legge Severino. Centonze ha assistito in vari processi Marcello Dell'Utri, la Ubi, l'ex presidente di Mps Vincenzo Mussari. Proprio per ridurre le spese, un anno fa, il 17 giugno 2022, «A» fu trasferita dall'Arsenale San Marco, nel porto, in rada nel golfo dove, per le dimensioni, la linea e i materiali sembra più simile a una nave spaziale che non a una imbarcazione, ed è ben visibile da ogni punto della città.