Ore 5:34 di giovedì 6 febbraio: il Frecciarossa 1000 AV 9565, il primo della giornata a partire, ha lasciato da 24 minuti la stazione Centrale di Milano, a bordo solo 28 passeggeri e 5 dipendenti di Trenitalia. È diretto a Salerno ma non vi arriverà mai. All'altezza di uno scambio a Ospedaletto Lodigiano, dove si trova un edificio della manutenzione, mentre il treno viaggia a 300 km/h, quasi il massimo consentito, un rumore forte come un boato scuote i passeggeri ancora assonnati, molti vengono sbalzati dalle poltrone, le luci si spengono, le valigie cadono dalle cappelliere. A bordo è il panico, in molti temono di morire. Non sanno che la motrice è appena deragliata e - grazie ai sistemi di sicurezza - si stacca dal resto del convoglio. Dopo aver urtato due carri della manutenzione parcheggiati su un binario adiacente e aver colpito l'angolo dell'edificio il locomotore termina la sua corsa. Per i due macchinisti, Giuseppe Cicciù, di 51 anni, di Reggio Calabria, e Mario Di Cuonzo, di 59, di Capua ma residente a Pioltello, a cui mancava un anno per la pensione, non c'è modo di salvarsi.
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Le indagini. A poco più di due anni di distanza dall'incidente ferroviario avvenuto il 25 gennaio 2018 al treno regionale di Trenord a Pioltello (Milano), un deragliamento in Lombardia, questa volta in provincia di Lodi, coinvolge un Frecciarossa sull'Alta velocità di Trenitalia e provoca due morti e 31 feriti. E ancora una volta rilancia l'allarme manutenzione delle linee ferroviarie e del 'materiale rotabile'.
Le prime risultanze delle indagini di polizia giudiziaria svolte sul sito del deragliamento avvenuto stamani alle 5.34 nel territorio di Ospitaletto Lodigiano (Lodi) che ha coinvolto il treno AV 9595 Milano Centrale-Salerno, dicono che al centro delle cause potrebbe trovarsi uno scambio montato male o difettoso oppure ancora riparato male. Il 'punto zero', infatti, quello in cui si è verificato il problema di scorrimento, e che è stato trovato a 5-600 metri dal luogo in cui si è fermato il convoglio sviato, si trova in corrispondenza di uno scambio. Tratto che per giunta, la scorsa notte, sarebbe stato oggetto di una manutenzione, come riferito dal procuratore di Lodi, Domenico Chiaro, da personale delle Ferrovie. «I lavori di manutenzione - ha detto il procuratore in conferenza stampa - vengono fatti perché qualcosa si è rotto, se no non c'è motivo per essere lì alle 4 e mezza del mattino».
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«Se lo scambio fosse stato dritto per dritto - ha aggiunto - il treno non sarebbe deragliato, non è difficile da capire. Non era nella posizione che doveva garantire la libera percorrenza del treno». Troppe, parrebbero, le coincidenze, per non sospettare una causa diretta anche se, fino alla fine delle indagini e delle perizie che verranno ordinate dall'autorità giudiziaria, non si potrà dare per certa alcuna dinamica. Di certo, ha sottolineato Chiaro, «non è stato un atto volontario, l'ipotesi attentato è destituita di ogni fondamento». C'è poi un'altra possibilità e a spiegarla è sempre il procuratore di Lodi: «Stiamo verificando - ha detto - l'ipotesi dell'errore umano».
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Giovedì 6 Febbraio 2020, 09:19
- Ultimo agg.
7 Febbraio, 07:30
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