Giuseppe, il pediatra disperso che correva dai suoi piccoli pazienti

Giuseppe, il pediatra disperso che correva dai suoi piccoli pazienti
Lunedì 5 Novembre 2018, 07:51
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«Giuseppe ha voluto essere medico e uomo fino alla fine. Pur di raggiungere il posto di lavoro - il reparto di Pediatria dell'ospedale di Corleone - ha deciso di prendere una scorciatoia in mezzo ai campi, devastati dall'alluvione. Purtroppo aveva fatto male i conti perché il destino, mascherato da un'onda di acqua e fango lo ha travolto, lasciandolo solo nelle campagne buie di Corleone». Il ricordo di Giuseppe Liotta (nella foto), il pediatra di 40 anni disperso, è stato scritto dal deputato del Movimento 5 Stelle, Giorgio Trizzino, direttore sanitario dell'ospedale civico di Palermo.

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CORAGGIO
Ripensa commosso a quando il giovane medico andò nel suo ufficio per parlagli dell'incarico a Corleone. Trizzino ancora vuole credere che ci sia speranza: «Lo abbiamo cercato, continueremo a farlo. Con tutte le nostre forze».
Il dottor Liotta, malgrado il maltempo, non ha rinunciato a fare il proprio dovere, è partito in macchina da Palermo e ha tentato di raggiungere il posto di lavoro: non voleva lasciare soli i suoi piccoli pazienti di Pediatria, a Corleone. Ieri sera si sono alzati in cielo anche i droni per individuarlo. I vigili del fuoco e gli altri soccorritori avevano i cani che cercavano le sue tracce, ma l'unica cosa che è stata trovata è la sua automobile, vuota, in mezzo al fango, fuori strada. Era chiusa a chiave: quando è stato travolto da acqua e detriti, è sceso per mettersi in salvo. Il cellulare risulta spento, l'ultima chiamata alla moglie Floriana: «Non capisco dove mi trovo, dai l'allarme e fai geolocalizzare il mio cellulare». Il veicolo, fermo tra Ficuzza e Corleone, è un Suv, una Volkswagen Tiguan bianca, ed è tutto ciò che resta di lui, tra terreni incolti e colline spoglie. Liotta sabato sera stava percorrendo 65 chilometri: dall'appartamento di Palermo dove abita con la famiglia fino a Corleone. Era quasi arrivato, mancavano una quindicina di chilometri.

 



COLLEGHI
Malgrado la pioggia e il vento stessero in quelle ore colpendo, con violenza terribile, la provincia di Palermo, Liotta non si è arreso, perché in ospedale lo stavano attendendo e doveva prendere servizio. Filippo Anelli, Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri: «Per un medico, la vita dei pazienti viene sempre prima di qualunque pericolo, di qualunque sacrificio, prima della sua stessa vita. Un medico risponde sempre sì a una richiesta di aiuto».
M.Ev.
 

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