Battisti già in carcere a Oristano: ergastolo senza benefici. Bonafede: «Risultato storico»

Cesare Battisti tra i poliziotti all'aeroporto di Ciampino
Cesare Battisti tra i poliziotti all'aeroporto di Ciampino
Lunedì 14 Gennaio 2019, 11:34 - Ultimo agg. 15 Gennaio, 07:32
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La parola ergastolo risuonata più volte, nelle ultime ore, da quando Cesare Battisti è stato catturato, trasferito in Italia e portato nel carcere di Oristano, sezione di alta sicurezza As2. La prima ipotesi, Rebibbia, a sorpresa è saltata. È stato il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, rivendicando un «risultato storico per il Paese», a dare l'annuncio: «Il momento in cui la giustizia farà il suo corso è quando Battisti varcherà la porta del carcere: a quel punto sconterà la pena dell'ergastolo», ha detto comunicando poi che sarebbe stato portato in Sardegna. 

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Una scelta dettata da motivi di sicurezza, spiegano dal ministero e dal dipartimento dell'amministrazione penitenziaria. In quel carcere, nel tempo, ci sono stati mafiosi di prim'ordine, da Vincenzo Sinagra, detto 'u Tempesta, ad Alfonso Caruana considerato il vice di Buscetta. Recentemente ci è passato Massimo Carminati, l'uomo di Mafia Capitale. Oggi i ristretti sono 260, l'85% in regime di alta sicurezza. Per Battisti, Rebibbia sarebbe stata comunque solo una tappa. A portarlo ad Oristano sono stati gli uomini del Gom, il Gruppo operativo mobile della penitenziaria. Adesso lo attendono 6 mesi di isolamento diurno e la pena dell'ergastolo. 



«Ora so che andrò in prigione», sono state infatti le sue parole ai funzionari dell'Antiterrorismo che lo hanno accolto all'arrivo a Ciampino. A Milano, il procuratore generale Roberto Alfonso e il sostituto Antonio Lamanna, coordinatori delle indagini che hanno permesso di individuare e catturare l'ex terrorista dei Pac, hanno spiegato che gli sarà applicato un ergastolo ostativo, cioè senza possibilità di accesso ai benefici penitenziari, quali permessi, accesso al lavoro esterno, liberazione anticipata. Questa, infatti, è la misura prevista per chi ha commesso reati come quelli per cui è stato condannato in via definitiva Battisti: quattro omicidi, due come esecutore materiale e due come mandante, con finalità di terrorismo. 
 

 


Ma è possibile che la battaglia giuridico-legale non sia finita qui. Battisti, nel tempo, ha usato tutte le carte che la giustizia gli metteva a disposizione. L'ultima, una richiesta di asilo alla Bolivia, che è stata respinta. Ora si vedrà su quali elementi vorrà puntare. Intanto ha nominato il suo nuovo difensore italiano, Davide Steccanella, noto penalista milanese, che in passato ha difeso anche Vallanzasca. Uno degli aspetti da dirimere o su cui, comunque, il legale potrebbe far leva è se le norme sull'ergastolo ostativo, entrate in vigore nel 1991, si potranno applicare a Battisti, perché gli omicidi sono stati commessi prima, tra il '78 e il '79. Se poi Battisti - che non si è mai pentito - decidesse di collaborare, questo potrebbe far decadere il 'vetò all'accesso ai benefici: non subito, però, ma trascorsi dai 5 ai 10 anni a seconda del tipo di beneficio, e se seguirà il processo di rieducazione. 
 


Tutte le istanze, in ogni caso, devono passare per il tribunale di sorveglianza. C'è un caso, quello di Carmelo Musumeci, che per reati quali associazione per delinquere di stampo mafioso e omicidio, è stato condannato a un 'fine pena maì tramutato in ergastolo ordinario, e ad agosto ha ottenuto dal tribunale di sorveglianza di Perugia la libertà condizionale: ha iniziato da criminale, poi dietro le sbarre si è laureato e ha scritto libri. Non solo. L'ergastolo ostativo è stato al centro, anche di recente, di riflessioni e dubbi, e alcuni osservatori ritengono che presenti profili di incostituzionalità in contrasto anche con le disposizioni di Strasburgo. Sono quindi molte le frecce che i legali di Battisti potrebbero decidere di usare.​​​​

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