Patrimonio culturale nell'era 4.0, ad Ercolano il libro di Giuliano Volpe

Patrimonio culturale nell'era 4.0, ad Ercolano il libro di Giuliano Volpe
di Antonio Cimmino
Venerdì 5 Maggio 2017, 20:06
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Un'indagine sul territorio italiano e sul suo patrimonio culturale diffuso, un viaggio nell'Italia migliore, un tour ideale tra musei, parchi, monumenti, gestiti dal "basso": tante soluzioni diverse che dimostrano come sia possibile fare dell'eredità culturale un elemento vivo e un fattore di coesione e di crescita di una comunità, grande o piccola che sia. Insomma, «come declinare il patrimonio culturale nell'era dell'industria 4.0»: questo l'appuntamento di oggi pomeriggio in villa Campolieto ad Ercolano con il Presidente del consiglio Superiore dei Beni culturali e Paesaggistici, Giuliano Volpe. La presentazione del suo libro, «Un patrimonio italiano. Beni culturali, paesaggio e cittadini», ha chiamato a raccolta tra gli altri tantissimi studenti della Stoà, l'Istituto di studi per la Direzione e Gestione d'Impresa con sede proprio in villa Campolieto ad Ercolano.

I saluti di apertura ai lavori sono stati affidati al direttore generale della Stoa, Enrico Cardillo, che ha sottolineato la coincidenza per cui proprio nel giorno in cui ad Ercolano si discute di beni culturali, a Napoli parte invece la tre giorni di Sky per lo Sky Arte Festival il cui tema emblematico è la rigenerazione, che può avvenire soltanto attraverso «una cultura non più elitaria e dunque non più appannaggio di pochi - ha rimarcato il direttore Enrico Cardillo -, coniugata con un'attenzione ai beni culturali che non sia soltanto tutela, ma che si traduca anche in fruizione». «Il motivo di questo libro - ha commentato Giuliano Volpe - percorrendo l'Italia da nord a sud, da Torino fino ad Agrigento, è far conoscere una serie di realtà in cui cittadini con associazioni, fondazioni e piccole società, si sono rimboccati le maniche dando vita a forme di gestione innovativa. Ci sono energie straordinarie nel nostro Paese, tante capacità: sono soprattutto loro il nostro vero Patrimonio».

Presenti in sala, oltre all'autore, anche Caterina Meglio, Dirigente tecnologo presso l'Istituto per le tecnologie applicate ai beni culturali presso il Consiglio nazionale delle Ricerche; Luigi Nicolais, Professore Emerito Università degli Studi di Napoli 'Federico II'; Paolo Mauriello, direttore dell'’Istituto per le Tecnologie Applicate ai Beni Culturali del Consiglio Nazionale delle Ricerche; Emmanuela Spedaliere, direttore Relazioni Istituzionali e Marketing Fondazione Teatro di San Carlo Napoli; Antonio Oddati, capo ufficio della direzione Generale per l'Università, la Ricerca e l'Innovazione - Regione Campania; Francesco Sirano, direttore del Parco Archeologico di Ercolano

«Il processo 4.0 pone al centro anzitutto il fruitore - ha spiegato il professore Nicolais - ed oggi, in particolare, parlare di beni culturali senza parlare di tecnologie è impensabile: attraverso queste è possibile non soltanto fruire di un bene ma anche tutelarlo. Per questo motivo è necessario un cambiamento di forma mentis: il problema dunque non è nella tecnologia, ma nella mentalità».

A testimoniare la sua esperienza anche Francesco Sirano, neo direttore degli Scavi di Ercolano, alla guida del parco da pochissimi mesi. «In questa fase - ha detto Sirano - la mia attenzione è rivolta soprattutto alla riorganizzazione del Parco. Per questo le linee guida da seguire sono non soltanto la tutela del sito, ma anche un'azione di integrazione tra il Parco ed il territorio. Qui ad Ercolano negli ultimi due anni abbiamo assistito ad un incremento enorme dei visitatori: il mio direttorio dunque sarà volto ad aprire il Parco alla città sempre di più».
 
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