C'era «2Watch», startup napoletana che ha creato un canale tematico ideato da gamers che trasmette contenuti sul mondo degli e-sports e dei videogiochi. E «Renoon», nata dalla creatività di un team tutto italiano e di un co-founder napoletano, che ha sviluppato un'app con cui i consumatori possono confrontare l'offerta di brand sostenibili e capi vintage da molteplici siti in contemporanea. E c'era «MinervaS», spin-off dell'università di Salerno che propone soluzioni innovative in ambito energetico e automotive per la riduzione delle emissioni di CO2. Sono alcune tra start up, scale up o spin off universitari che ieri nel campus universitario della Federico II hanno presentato a imprenditori locali e potenziali investitori i loro business plan. Era l'obiettivo dell'incontro di open innovation e di matching organizzato nello «Spazio UniCredit Innovation Factory», presentato un anno fa dalla banca nell'ambito del più generale investimento di UniCredit sulla città di Napoli. Accanto a loro le testimonianze di chi ce l'ha fatta, a riprova che il Sud digitale, questo il titolo, appropriato, dell'iniziativa, va che è un piacere.
Da «Alfonsino», la startup casertana del food delivery sbarcata in Borsa, ad «Unobravo», start up napoletana dedicata alla psicologia online; da «1000Farmacie», anch'essa basata a Napoli che gestisce una piattaforma online per l'acquisto di farmaci al miglior prezzo, a «Sensoria», nata dall'esperienza Usa di Sensoria Health Inc, centro di ricerca e sviluppo per la realizzazione di soluzioni per sistemi di software mobile e cloud based; da «Place2Be», startup irpina che valorizza l'hospitality di lusso in Italia, a «Develhope», start up di Palermo che forma professionisti del digitale ma che si paga solo dopo aver trovato il lavoro.
Insomma, da Napoli arriva puntuale la conferma di quanto sia forte e qualitativo il fermento che si registra nel Sud sull'imprenditoria innovativa, come ricordano il sindaco Gaetano Manfredi, l'assessore regionale Valeria Fascione e il direttore del polo tecnologico della Federico II Giorgio Ventre.
«L'ecosistema di innovazione che si è creato intorno al campus di San Giovanni a Teduccio - spiega Annalisa Areni, responsabile per il Sud di UniCredit Italia - sta dando risultati positivi in termini di crescita e numerosità di imprese giovanili ma dobbiamo lavorare per consolidare questi risultati e incentivare gli investimenti in start up, anche per favorire la nascita di nuova impresa, creare occupazione e trattenere i giovani talenti sul territorio». Il fatto è che «in Italia e in particolare al Sud viviamo in un contesto iper-regolamentato nel quale è difficile sprigionare le idee e le energie positive dei giovani talenti - aggiunge l'imprenditore Danilo Iervolino - Per i giovani e le loro start up è importante non farsi imbrigliare e sprigionare la forza delle loro idee. In questo contesto, il campus di San Giovanni a Teduccio a Napoli rappresenta una case history da esportare in tutto il mondo».